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Continua il conto alla rovescia alfabetico di uefa.com in vista della finale di UEFA Champions League.

Continua il conto alla rovescia alfabetico di uefa.com in vista della finale di UEFA Champions League del 25 maggio. Oggi è la volta della lettera K.

Un numero uno enorme, in tutti i sensi. Oliver Kahn sfiora il metro e 90 per 90 chilogrammi. Una figura imponente, come imponente è stato il suo rendimento con la Germania e l’FC Bayern München, dove è arrivato nel 1994 dal Karlsruher SC.

Giudicato il migliore portiere del mondo nel 1999 e nel 2001, il momento più alto nella carriera di Kahn è arrivato quando ha contribuito con le sue prodezze al successo del Bayern nella serie dei calci di rigore contro il Valencia CF, nella finale di Champions League del 2000/01 giocata a San Siro. Quello è stato l’ultimo successo europeo di Kahn, che a 35 anni promette di volere andare avanti per almeno altre cinque stagioni.

In questa non ha saltato neanche un minuto in Champions League, dovendo incassare però quattro reti a Stamford Bridge nell’andata del quarto di finale contro il Chelsea FC. Grazie al successo del Bayern in Bundesliga, per Kahn ci sarà un’altra occasione di disputare il più prestigioso trofeo per club.

Giocatore concreto ma baciato da un talento straordinario, abile nel passaggio e dotato di un gran tiro, Kaká, 23 anni, è un trequartista che sta facendo la fortuna dell’AC Milan, dove è arrivato nell’estate del 2003 con la voglia di "conciliare la fantasia brasiliana con la disciplina tattica europea".

L’impatto del brasiliano è stato subito eccezionale, con il primo gol in Champions League che arrivava nell’1-0 esterno contro il Club Brugge KV, alla quarta giornata. Il meglio arrivava però con la doppietta nell’andata del quarto di finale contro l’RC Deportivo La Coruña, per il 4-1 finale. Come si sa, il Milan fu poi clamorosamente eliminato al ritorno.

I dieci gol in campionato sono stati decisivi per il 17esimo scudetto rossonero. Kakà non si è fermato e ha continuato a brillare anche nella stagione attuale, come dimostra la doppietta nel 4-0 finale del Milan contro l’FC Shakhtar Donetsk (quinta giornata), che ha garantito una comoda qualificazione agli ottavi di finale.

Ruvido in campo da giocatore, ruvido in panchina da allenatore, Ronald Koeman ha visto e vinto quasi tutto in una fantastica carriera. Ex giocatore dell’AFC Ajax, dove sarebbe poi tornato ad allenare, si trasferì al PSV Eindhoven nel 1986, con cui conquistò la prima finale di Coppa dei Campioni.

Il secondo successo sarebbe arrivato quattro anni più tardi con l’FC Barcelona, nella stagione prima dell’avvento della Champions League. Tre anni più tardi, nonostante tre reti nel cammino dei blaugrana verso la finale, il Barcellona doveva arrendersi all’ultimo ostacolo, sconfitto 4-0 dal Milan.

Fino a poco tempo fa allenatore dell’Ajax, Koeman ha rassegnato le dimissioni dopo l’eliminazione dalla Champions Leaguek e la successiva uscita di scena anche in Coppa UEFA per mano dell’AJ Auxerre, mettendo fine a tre anni e mezzo sulla panchina dell’Amsterdam ArenA.

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