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Prima finale europea per Kaká

Il brasiliano spera di chiudere la stagione con il Milan in bellezza vincendo la sua prima finale in Europa.

di Paolo Menicucci

Quando, nell’estate del 2003, Kaká è arrivato all’AC Milan i rossoneri avevano già vinto la UEFA Champions League nella finale giocata all’Old Trafford. Il giocatore brasiliano, comunque, non ha dovuto attendere molto per vivere in prima persona l’esperienza di una finale. Il Milan, infatti, si appresta ad affrontare il Liverpool FC mercoledì a Istanbul.

Il grande momento
“Ho parlato molto con Paolo (Maldini) e Billy (Alessandro Costacurta) perché loro sono abituati a giocare partite di questo livello – ha confidato Kaká a uefa.com -. Per loro la partita di Istanbul è solo un’altra finale, dopo le sei o sette che hanno già giocato. Per me è diverso, non è una finale, ma la Finale!”

Segni di stanchezza
Dopo che il Milan ha raggiunto la finale grazie alla regola dei gol segnati in trasferta, a seguito della sconfitta per 3-1 in casa del PSV Eindhoven nel ritorno della semifinale, alcuni giocatori hanno motivato la prestazione poco entusiasmante con problemi di stanchezza. Quattro giorni dopo il Milan ha perso in casa contro la Juventus FC e da allora ha infilato due pareggi contro US Lecce e US Città di Palermo che gli sono costati lo scudetto.

Batterie ricaricate
Kakà, comunque, ribadisce che la squadra dispone ora del tempo necessario per ricaricare le batterie. “Contro PSV e Juventus non eravamo al meglio della forma perché venivamo da un lungo periodo in cui avevamo giocato due partite a settimana, ma adesso abbiamo potuto riposarci per qualche giorno – ha detto -. La componente fisica, in ogni caso, non è determinante in una finale come questa”.

La prudenza del brasiliano
Il nazionale brasiliano sa bene che non sarà facile battere il Liverpool allo stadio Atatürk Olympic. “Praticano un buon calcio – ha detto -. Si difendono in tanti e sfruttano al meglio le occasioni che gli capitano. Dobbiamo fare molta attenzione nelle prime fasi della gara. Subire un gol all’inizio, come accaduto contro il PSV, renderebbe tutto molto più difficile”.

Un cuore inglese
“Pur avendo un allenatore spagnolo e molti giocatori spagnoli giocano sempre come una normale squadra inglese – ha aggiunto l’ex giocatore del São Paulo FC -. Sono preparati dal punto di vista fisico e il loro giocatore più importante è inglese, (Steven) Gerrard. È un ottimo giocatore e ha la tempra del leader. Ogni azione d’attacco del Liverpool passa per i suoi piedi”.

Al servizio della squadra
Dopo una fantastica stagione d’esordio al Milan, dove ha guidato la sua squadra al titolo, quest’anno Kaká è stato meno determinante, ma il giocatore 23enne è comunque soddisfatto della sua seconda stagione a San Siro. “Sono maturato rispetto alla passata stagione – ha detto -. Per me si è tratto di un’annata molto utile. Ho imparato molto. Non ho segnato tanto come nel campionato scorso, ma ho fatto più assist e ho giocato di più al servizio della squadra”.

Non più un volto nuovo
“Non credo che il mio modo di giocare sia cambiato rispetto allo scorso anno – ha proseguito -. Credo che ora tutti sappiano quello che so fare. Non parlo solo dei difensori avversari, ma anche della stampa. L’altro anno ogni volta che facevo un semplice passaggio di tacco si scatenava l’entusiasmo. Adesso la gente si aspetta quello da me”.

Un giocatore semplice
Nonostante lo status di grande campione, Kaká rimane il giocatore umile e allegro conosciuto quando, nel 2003, è approdato al Milan. “Sono giovane, sono appena agli inizi della mia carriera e ho ancora molte cose da fare nel calcio – ha detto -. Non mi considero una star e ringrazio Dio per avermi dato l’opportunità di giocare in Europa con una grande squadra come il Milan”.

Il richiamo di Istanbul
Se il 25 maggio il trequartista troverà la sua giornata di grazia i tifosi del Milan potranno ringraziare Dio per avergli mandato in dono Kaká.

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