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Milan a forza sette

A Istanbul i rossoneri cercano la settima Coppa dei Campioni/Champions League, ecco tutte le precedenti vittorie.

di Patrick Hart

A Istanbul, l’AC Milan di Carlo Ancelotti cercherà di mettere in bacheca la settima Coppa dei Campioni/UEFA Champions League della sua storia. uefa.com passa in rassegna i suoi successi precedenti.

Milan - SL Benfica 2-1
Gianni Rivera, Cesare Maldini, Giovanni Trapattoni… tre motivi per cui il Milan si aggiudicò la coppa nella stagione 1962/63, prima italiana a riuscirci. Bisogna anche aggiungere la vena realizzativa del brasiliano José Altafini, 14 reti per la squadra di Nereo Rocco che per arrivare alla finale superò nell’ordine Ipswich Town FC, Galatasaray SK e Dundee FC (quest’ultimo con un 5-1 a San Siro dopo la sconfitta in Scozia per 1-0). Il Benfica, alla ricerca del terzo successo consecutivo, si era trovato invece a dover percorrere un cammino più impegnativo, battendo di un soffio FK Dukla Praha e Feyenoord. La finale di Wembley propose lo scontro fra due centravanti leggendari, Altafini ed Eusébio: fu quest’ultimo ad aprire lo score nel primo tempo, ma il brasiliano rispose nel secondo, concretizzando nel migliore dei modi due assist di Rivera e issando il Milan sul tetto d’Europa.

Milan - AFC Ajax 4-1
Nel 1968/69, fece storia il successo sui campioni in carica del Manchester United FC al secondo turno (2-1 complessivo), anche perché i rossoneri riuscirono a tenere a secco la punta scozzese Denis Law, a segno nove volte nei turni precedenti. Vittoriosi anche su IFK Malmö e Celtic FC, gli uomini di Rocco nella finale del Santiago Bernabéu incontrarono gli olandesi dell’Ajax. Nei quarti di finale, la squadra di Rinus Michel si era imposta per 3-0 nella bella contro il Benfica grazie a due gol del giovane Johan Cruyff, mentre in semifinale aveva superato i cecoslovacchi dell’FC Spartak Trnava. L’inesperienza degli olandesi fu la chiave dell’incontro, risolto da una tripletta di Pierino Prati (la prima in una finale da quella di Ferenc Puskás nel 1962) e da una rete di Angelo Sormani.

Milan - FC Steaua Bucuresti 4-0
Il Milan dovette attendere vent’anni prima di vincere nuovamente la massima competizione europea (1988/89). Ne valse la pena, perché raramente una finale si era dimostrata così spettacolare: il 4-0 (doppiette di Ruud Gullit e Marco van Basten) sulla Steaua al Camp Nou ripagò tutti i tifosi (a Barcellona erano oltre 80.000) della lunga attesa. Anche il ritorno della semifinale a San Siro contro il Real Madrid CF fu straordinario: i campioni di Spagna vennero annichiliti da un 5-0 firmato da cinque uomini diversi (Carlo Ancelotti, Frank Rijkaard, Gullit, Van Basten e Roberto Donadoni), esempio lampante della forza del Milan di Arrigo Sacchi. Ma per i rossoneri non era andato tutto così liscio nei turni precedenti: nel secondo turno contro l’FK Crvena Zvezda fu la regola dei gol segnati in trasferta a salvare gli uomini di Sacchi, mentre negli ottavi di finale servì un rigore contestato per superare il Werder Bremen. Il Milan entrò in forma proprio nel momento giusto della stagione, mentre la Steaua scelse il momento peggiore per perdersi per strada.

Milan – Benfica 1-0
Il 1989/90 fu l’anno dell’Italia, che oltre a ospitare la Coppa del Mondo FIFA vinse tutte e tre le coppe europee: la Coppa UEFA andò infatti alla Juventus FC, la Coppa delle Coppe alla Sampdoria UC, mentre il Milan completò il grande slam vincendo la Coppa dei Campioni per la seconda stagione consecutiva. Questa volta agli uomini di Sacchi bastò un gol di Rijkaard contro un Benfica senza idee, ma il cammino dei rossoneri verso la finale di Vienna non fu altrettanto semplice. Dopo la facile vittoria sull’HJK Helsinki nel primo turno e l’affermazione sul Real nel secondo, nei quarti di finale il Milan fu costretto ai tempi supplementari dal sorprendente KV Mechelen (2-0 complessivo), mentre in semifinale l’FC Bayern München si arrese, sempre ai supplementari, solo per la regola dei gol segnati fuori casa.

Milan - FC Barcelona 4-0
Nella UEFA Champions League del 1993/94, il Milan chiuse imbattuto il suo girone nei quarti di finale (vinto su FC Porto, Werder ed RSC Anderlecht) e si impose poi sul Monaco per 3-0 nella semifinale di San Siro. Le squalifiche rimediate in quell’occasione da Franco Baresi e Alessandro Costacurta impedirono a Fabio Capello di schierare la sua difesa titolare in finale. Ad Atene, però, il Milan di Daniele Massaro (doppietta iniziale), Dejan Savicevic e Marcel Desailly impartì una severa lezione a uno stranito Barcellona, il “dream team” di Cruyff che contro i rossoneri subì solo la seconda sconfitta della sua stagione europea.

Milan - Juventus FC 0-0 (3-2 ai rigori)
Trent’anni dopo suo padre Cesare, anche Paolo Maldini sollevò al cielo da capitano la coppa più importante. La finale dell’Old Trafford si decise ai rigori, ma lo 0-0 nei tempi regolamentari tra Milan e Juve fu tutt’altro che noioso. Il Milan era al terzo pareggio consecutivo, dopo i due che permisero ai rossoneri di avere la meglio sui cugini dell’FC Internazionale Milano in una semifinale tutta italiana (grazie al gol “in trasferta” di Andriy Shevchenko). Il Milan aveva già dimostrato di che pasta era fatto vincendo i suoi gironi nelle fasi a gruppi (il secondo su Real, BV Borussia Dortmund ed FC Lokomotiv Moskva) e imponendosi con un 3-2 complessivo sull’Ajax nei quarti. Clarence Seedorf, ex giocatore dei lancieri, sbagliò il suo rigore nello stadio di Manchester, ma divenne il primo calciatore a vincere la competizione con tre maglie diverse.