La legge del Liverpool
lunedì 23 maggio 2005
Intro articolo
uefa.com ricorda le quattro affermazioni del Liverpool in Coppa dei Campioni, partendo dalla vittoriosa finale del 1977 a Roma.
Corpo articolo
di Patrick Hart
In occasione della finale di UEFA Champions League, in programma mercoledì a Istanbul, che vedrà protagonista il Liverpool FC, uefa.com passa in rassegna i quattro precedenti successi dei Reds in Coppa dei Campioni, cominciando con il trionfo di Roma, nel 1977.
Liverpool - VfL Borussia Mönchengladbach 3-1
All’epoca Spagna, Portogallo, Italia, Olanda e Germania dominavano il panorama europeo, ma a partire dalla stagione 1976/77, con il successo del Liverpool, ebbe inizio la stagione d’oro del calcio inglese. Nella rivincita della finale di Coppa UEFA 1973, i Reds superarono 3-1 il Borussia Mönchengladbach, con reti di Terry McDermott, Tommy Smith e Phil Neal. I tedeschi, rientrati momentaneamente in partita grazie al pareggio di Allan Simonsen, avranno ricordato a lungo gli uomini di Bob Paisley. Allenato da Udo Lattek, il Borussia aveva vendicato l’orgoglio tedesco eliminando in semifinale l’FC Dinamo Kyiv, giustiziere dell’FC Bayern München nei quarti, approdando così alla finale di Roma. Il Liverpool, in lizza per il titolo nazionale e la FA Cup (e futuro trionfatore nella prima delle due competizioni) dopo aver eliminato facilmente Crusaders FC e Trabzonspor si trovò opposto nei quarti all’AS Saint-Etienne, finalista dell’edizione precedente. Gli inglesi si imposero 3-1 in casa e persero 1-0 in Francia, qualificandosi per le semifinali, dove liquidarono l’FC Zürich con un perentorio 6-1 complessivo. La finale venne giocata nel segno del nazionale inglese Kevin Keegan, alla sua ultima apparizione con i Reds, che con la sua straordinaria prestazione rubò la scena a Simonsen, eletto Giocatore Europeo dell’Anno.
Liverpool - Club Brugge KV 1-0
Nel 1977/78, il Liverpool tornò sul tetto d’Europa grazie a Kenny Dalglish, prelevato dal Celtic FC per sostituire Keegan. Al 64’ della finale, giocata a Wembley, il nazionale scozzese mise a segno il gol che permise ai Reds di superare la sorpresa Brugge. L’allenatore dei belgi, Ernst Happel, era alle prese con una lunghissima lista infortunati e tutto lasciava presagire una facile vittoria degli inglesi, a segno ben 12 volte nelle tre gare interne contro 1. FC Dynamo Dresden, SL Benfica e Mönchengladbach, quest’ultimo eliminato nonostante la vittoria 2-1 in Germania. Furono le reti di Ray Kennedy, Jimmy Case e Dalglish a condannare i tedeschi. La stessa sorte sarebbe toccata al Brugge, già sconfitto dal Liverpool nella finale di Coppa UEFA 1976. I belgi avevano superato in semifinale la Juventus FC, ribaltando con un 2-0 interno l’1-0 patito a Torino. A quel punto il Belgio cominciò a sognare il primo trofeo europeo della sua storia, ma a Wembley un guizzo di Dalglish spezzò l’incantesimo.
Liverpool - Real Madrid CF 1-0
La stagione 1980/81 sancì la permanenza della Coppa Campioni in Inghilterra per il quinto anno consecutivo. Il trofeo passò infatti dalle mani del Nottingham Forest FC a quelle del Liverpool. Il Forest era stato eliminato già al primo turno dal PFC CSKA Sofia, lasciando spazio a una serie di squadre che complessivamente avevano vinto il trofeo ben 13 volte: Real Madrid, FC Internazionale Milano, Bayern e Liverpool. I Reds partirono subito con autorità. Dopo aver rifilato 11 reti all’FC Oulu, eliminarono facilmente l’Aberdeen FC di Sir Alex Ferguson e il CSKA. In semifinale, gli inglesi si trovarono di fronte il Bayern, fresco del roboante 6-3 complessivo ottenuto nei quarti contro l’AFC Ajax. Rumenigge e compagni strapparono lo 0-0 ad Anfield, ma due settimane più tardi, un gol di Ray Kennedy permise al Liverpool di ottenere l’1-1 a Monaco e di approdare alla finale in virtù delle reti segnate in trasferta. Nel frattempo, il Real aveva eliminato l’Inter con un 2-1 complessivo. Quello fu l’ultimo successo degli spagnoli in quell’edizione della competizione. Gli inglesi si imposero infatti nella finalissima grazie a una rete messa a segno all’81’ dal difensore Alan Kennedy, permettendo al tecnico Peasley di diventare il primo allenatore ad aver centrato tre successi in Coppa dei Campioni con la stessa squadra.
Liverpool - AS Roma 1-1 (4-2 dopo i calci di rigore)
Nel 1983/84, il Liverpool torna a Roma, dove aveva già vinto la sua prima finale di Coppa dei Campioni, per conquistare il quarto alloro continentale. Protagonista dell’impresa fu l’attaccante gallese Ian Rush. Il suo istinto predatorio permise ai Reds di risolvere tre complicate sfide esterne. Al secondo turno,Rush mise a segno al San Mamés l’unica rete della doppia sfida contro l’Athletic Club Bilbao, per poi ripetersi in casa del Benefica e dell’FC Dinamo Bucuresti, dove mise a segno una doppietta. I rumeni avevano eliminato al secondo turno l’Hamburger SV, detentore del trofeo, ma le reti del gallese permisero al Liverpool di approdare alla quarta finale in otto anni. Avversaria la Roma, sconfitta 2-0 all’andata delle semifinali dal Dundee United FC, ma vincitrice 3-0 in casa. L’opportunità di giocare la finale all’Olimpico si rivelò un’arma a doppio taglio per i Giallorossi, che pareggiarono con Roberto Pruzzo la rete messa a segno in apertura da Phil Neal. Con il proseguire dell’incontro, la Roma cominciò a sentire l’enorme perso della responsabilità e venne tradita dal dischetto da due dei suoi uomini più rappresentativi: Bruno Conti e Francesco Graziani. Toccò invece ad Alan Kennedy trasformare il rigore che regalò il successo continentale agli uomini di Joe Fagan. Per la quarta volta nella storia della competizione, il successo finale veniva sancito dagli 11 metri.