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La traversa ferma il Porto

FC Porto - RC Deportivo La Coruña 0-0
Portoghesi padroni del campo, ma sfortunati, il Depor si accontenta e difende per tutta la gara.

di Lorenzo Amuso

Al termine di una gara arida di emozioni e occasioni da rete, finisce in parità tra FC Porto e Deportivo, seconda semifinale di andata di UEFA Champions League. Il pareggio dello Estádio do Dragão accontenta più gli spagnoli che non i padroni di casa, autori di una prova generosa ma sfortunata.

Tutti disponibili
Mourinho, che può contare su tutti i suoi effettivi, conferma la formazione e il modulo (4-3-3) che ha eliminato nei quarti l'Olympique Lyonnais. Davanti a Vítor Baía, da destra a sinistra, Paulo Ferreira, il capitano Jorge Costa, Ricardo Carvalho e Nuno Valente. Costinha centrocampista basso assistito da Maniche e Alenitchev. In attacco tridente composto da Carlos Alberto e Benni McCarthy con Deco libero di spaziare.

Ecco il Trio
Javier Irureta, allenatore del Depor, deve fare a meno dell'esterno Pedro Munitis, ma può contare sul trio delle meraviglie (Walter Pandiani, Víctor Sánchez e Alberto Luque) che ha eliminato l'AC Milan nei quarti di finale. A sostegno Juan Valerón. L'ex Jorge Andrade gioca al centro della difesa al fianco di Naybet, in interdizione Mauro Silva e Sergio.

Fraseggio portoghese
Fin dai primi minuti sono i padroni di casa ad avere un maggior possesso palla, abili nel fraseggio a centrocampo. Ma gli spagnoli sono altrettanto bravi e veloci a ripartire in contropiede, ogni volta che capita loro l'occasione. Il primo tentativo è quindi di Dmitri Alenichev che viene fermato da Jorge Andrade.

Poche occasioni
Chiuse in 50 metri le due squadre non trovano gli spazi per innescare le rispettive punte. Ne risente lo spettacolo, la semifinale non decolla. In un paio di occasioni il Depor si trova in superiorità numerica ma non sa aprofittarne. Alla mezz'ora Víctor cerca Luque ma il suo servizio è impreciso e finisce direttamente tra le braccia di Vítor Baía.

Autogol sfiorato
L'occasione più limpida del primo tempo per il Porto nasce da un'incursione sulla sinistra di Carlos Alberto. Sul suo cross basso e teso Naybet nel tentativo di anticipare McCarthy rischia la clamorosa autorete.

Primo tempo deludente
Fino al termine della prima frazione continua il dominio, del tutto sterile, dei portoghesi, che agiscono indisturbati fino alla trequarti avversaria, senza mai riuscire a trovare l'utimo passaggio. L'atteggiamento del Depor è ai limiti della sopportazione, rinunciatario e speculativo, una tattica puramente contenitiva. Ne risente lo spettacolo: allo Estádio do Dragão è noia.

Due cambi
Il Porto si ripresenta in campo con due novità: Edgaras Jankauskas prende i posto di Alenichev, Pedro Mendes di Costinha. L'intento di Mourinho è chiaro: dare più peso e profondità agli attacchi dei suoi. E i primi minuti della ripresa gli danno ragione.

Attacco spuntato
Ma Deco non è ispirato (e McCarthy troppo velleitario) e non riesce a portare serie minacce a José Francisco Molina, del tutto inoperoso. Così il Depor, pur subendo incessantemente l'iniziativa portoghese non va mai in affanno, amministrando agevolmente quel pareggio, chiaro obiettivo da che gli uomini di Irureta sono entrati in campo.

Traversa Porto
Al 22' Porto sfortunato: Maniche riceve palla a 25 metri e di prima intenzione cerca di sorprendere Molina, leggermente fuori dai pali. Ma la sua superba palombella colpisce in pieno la traversa, spezzando in gola l'urlo dei 50.000 dell'Estádio do Dragão.

Testa di Jankauskas
L'equilibrio si potrebbe spezzare solo su calcio da fermo e il Porto a 10' dal termine ci va vicino. Punizione millimetrica di Deco sulla quale si avventa Jankauskas che schiaccia di potenza ma non trova la porta. Neppure l'espulsione allo scadere di Jorge Andrade cambia l'inerzia della gara. Che il Depor chiude come voleva, con un pareggio, mentre per il Porto resta l'amarezza per le occasioni mancate di un nulla.

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