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Lacrime azzurre, ma tanto onore

“Di tutto ciò di bello che abbiamo fatto purtroppo non rimarrà niente fra qualche anno", ha detto un inconsolabile Andrea Barzagli dopo l'eliminazione ai rigori contro la Germania. Ma sarà davvero così?

La delusione azzurra
La delusione azzurra ©Panoramic

“Di tutto ciò di bello che abbiamo fatto purtroppo non rimarrà niente fra qualche anno. Nessuno si ricorderà di questa Nazionale che ha dato tutto”. Sono un pugno nello stomaco le parole di un Andrea Barzagli in lacrime davanti ai microfoni della RAI dopo la cocente eliminazione ai rigori contro la Germania.

E sono parole che fanno male soprattutto perché vere. Già qualche minuto dopo la fine dei calci di rigore si parlava più degli errori di Simone Zaza e Graziano Pellè che di un’impresa di una squadra che ha dimostrato a tutti che niente è impossibile. Perché l'Europeo dell’Italia resta incredibile. Anche se ha segnato un rigore in meno della Germania.

Non mi nascondo dietro a un dito. Dopo gli infortuni a Marco Verratti e Claudio Marchisio - i due migliori centrocampisti italiani - non davo molte chance a questa squadra. Il dubbio che mi stessi sbagliando, però, mi era già sorto a maggio. 

Eravamo a Coverciano per delle interviste pre-torneo con Giorgio Chiellini e Leonardo Bonucci. Era il giorno della foto ufficiale della squadra e le interviste erano programmate per la tarda mattina, ma erano poi slittate a dopo l’allenamento pomeridiano. Bonucci arriva, quasi si distende sulla sedia che abbiamo preparato per l’intervista e sbuffa per la stanchezza. “Vi ha torchiato?” gli faccio sorridendo. “Non puoi immaginare quanto”, mi risponde. 

L’intervista finisce con queste parole: “Non ci importa cosa dicono gli altri. Noi - per come stiamo lavorando - siamo certi che potremo toglierci tante soddisfazioni in Francia”. Da allora ho potuto assistere a diversi allenamenti e intervistato altri giocatori. E ogni volta mi convincevo sempre di più che le mie prime impressioni erano completamente sbagliate. Questo gruppo era speciale. “C’era voglia di stare insieme”, riesce a dire in qualche modo Barzagli tra le lacrime. E si vedeva da lontano che era davvero così.

La partita magnifica con il Belgio. Le statistiche che dicono che l’Italia corre più di ogni altra squadra non mi sorprendono. Lo splendido gol di Emanuele Giaccherini, quell’esultanza di tutta la rosa al gol della sicurezza di Pellè. Poi il bis con la Svezia e la sconfitta indolore con l’Irlanda prima del capolavoro contro la Spagna: campioni in carica annichiliti dall’entusiasmo azzurro nonostante la pesante assenza di Antonio Candreva.

Contro la Germania mancano anche Daniele De Rossi e Thiago Motta. Ma gli Azzurri lottano come leoni, vanno sotto, restano a galla grazie a un miracolo del capitano Gianluigi Buffon e trovano ancora la forza per pareggiare. La Germania non passa più.

Quando anche a un giocatore esperto come Bastian Schweinsteiger viene il ‘braccino’ e calcia il rigore-qualificazione alle stelle, il vento sembra soffiare sulle vele azzurre. Ma non è così. Buffon riesce solo a sfiorare i tiri tedeschi a oltranza, compreso quello decisivo di Hector dopo l’errore di Matteo Darmian.

La Germania fa festa dopo una lunga serie di delusioni contro gli Azzurri. Buffon, all’ultimo Europeo della sua fenomenale carriera, piange in campo e durante le interviste post-partita. Uno dei più grandi portieri di tutti i tempi sognava un epilogo diverso. E’ distrutto.

Barzagli ha ragione. Tra qualche anno in pochi si ricorderanno di una squadra uscita ai quarti di finale. Io, tra i fortunati ad aver vissuto l’avventura di questo gruppo da vicino, sarò di sicuro tra quelli.

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