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Conte: identità, mentalità e abito su misura

Il prossimo tecnico del Chelsea Antonio Conte spiega a UEFA.com la sua filosofia di gioco - "un allenatore deve essere un bravo sarto" - e la differenza tra allenare un club e una nazionale.

Antonio Conte prima di una recente amichevole
Antonio Conte prima di una recente amichevole ©Getty Images

UEFA.com: Come descriverebbe la sua filosofia di gioco? Qual è il suo modulo preferito?

Antonio Conte: Ho sempre detto che un allenatore deve essere un bravo sarto e in base ai giocatori che ha a disposizione, in base alle loro qualità, deve essere bravo a costruire un abito bello, che calzi a pennello e che cerchi di esaltare le qualità e le caratteristiche del calciatore. Voglio portare la mia idea di gioco, la mia tattica basandomi su due o tre principi, anche nella fase di non possesso.

UEFA.com: Non avete segnato molto nelle qualificazioni, ma lei fa giocare un calcio molto votato all’attacco. Pensa sia l’approccio giusto per questa squadra?

Conte: Sì noi nelle qualificazioni non abbiamo fatto tantissimi gol, per demerito ma anche perché abbiamo affrontato sempre squadre molto chiuse, molto abbottonate che comunque hanno sempre considerato il perdere 1-0, di misura, una conquista, quasi una vittoria. Quindi abbiamo trovato delle difficoltà da questo punto di vista. Comunque l’idea è quella di giocare la partita, dare una precisa identità alla squadra e fare il nostro calcio.

Antonio Conte: EURO magic moment

UEFA.com: Nelle qualificazioni ha schierato anche quattro attaccanti. Come si trova equilibrio tra solidità e gioco d’attacco?

Conte: L’importante è il lavoro. Noi lavoriamo tanto nel periodo in cui ci troviamo insieme. Forse mi penalizza rispetto al club il fatto di avere poco tempo a disposizione con i giocatori. Ma quando ci vediamo, prima e dopo la partita, cerchiamo tramite i anche video di fare una full immersion di lezioni tecnico-tattiche per dare più opzioni alla squadra

UEFA.com: Alla Juve è arrivato dopo due settimi posti, poi avete vinto tutto. Questo test con la nazionale è ancora più difficile come allenatore per lei?

Conte: Penso di sì. Nel club hai la possibilità di lavorare quotidianamente sui giocatori sulle loro teste, sulle loro mentalità. Tante volte sopperisci al gap tecnico - che ci poteva essere con altre squadre quando sono arrivato alla Juve - con il lavoro dal punto di vista tecnico-tattico, dell’intensità, voglia, determinazione, organizzazione tattica. Qui sappiamo che a livello tecnico c’è un gap con 4-5 squadre a livello europeo. Ma so anche che c’è tanta voglia di colmare questo gap con il lavoro.

Gianluigi Buffon ha giocato con e per Conte alla Juventus ...

UEFA.com: Conte è stato tuo compagno di squadra e tuo allenatore; che rapporto vi lega?

Gianluigi Buffon: Beh, c'è un rapporto iniziato quando giocavamo insieme. Non è stato mai una persona di tante parole, ma era un vero esempio sul campo, uno di quei giocatori che i compagni seguono sempre. Ogni volta che parlava tutti lo stavano a sentire.

Da tecnico è addirittura migliorato. Ha tutte quelle doti da vero leader di cui ogni allenenatore ha bisogno. Per me è stata una grande rivelazione. Non lo avevo mai avuto come allenatore e quando è arrivato nel 2011 mi ha sorpreso davvero molto. Il suo arrivo è stato una fortuna per noi e per me.

Entrambe le interviste sono state realizzate a novembre.