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Cassano si è ripreso l'Italia

I problemi di salute di fine ottobre hanno messo a rischio la sua presenza agli Europei, ma Fantantonio è tornato ed è pronto a guidare gli Azzurri contro la Croazia: "Partita fondamentale, ma possiamo giocarcela con tutti".

Antonio Cassano (Italia)
Antonio Cassano (Italia) ©UEFA.com

UEFA EURO 2012, per lui, a un certo punto sembrava quasi un miraggio. Antonio Cassano è stato più forte di tutto, anche del problema di salute che a fine ottobre ha rischiato di mettere fine alla sua carriera: titolare contro la Spagna, il numero 10 dell’Italia è pronto a guidare gli Azzurri nella decisiva sfida di giovedì a Poznan contro la Croazia capolista del Gruppo C. 

“La partita con la Croazia per noi è fondamentale, ma lo è anche per loro”, sottolinea a UEFA.com il giocatore dell’AC Milan, “Dobbiamo cercare il modo per vincere, di fare bottino pieno. Vogliamo continuare sulla strada intrapresa contro la Spagna”. Anche perché la squadra di Cesare Prandelli sembra avere un solo risultato a disposizione. “Noi cerchiamo di vincere tutte le partite – avverte –  Poi vediamo il campo cosa dirà. Dove possiamo arrivare? Dopo la partita con la Spagna abbiamo capito che possiamo giocarcela con tutti sino alla fine”. 

Il bene della squadra viene prima di tutto, ma essere in Polonia e Ucraina è già un bel traguardo per un giocatore che a un certo punto è stato attraversato da tanti brutti pensieri. “All’inizio pensavo di smettere di giocare”, confessa, “Poi quando pian piano ho iniziato a vedere la luce in fondo al tunnel, ho sperato fino all’ultimo di fare questo Europeo. Ora che questa speranza è diventata realtà voglio godermela alla grande, con il massimo della mia forza”. 

Il clima nel gruppo è positivo, la fiducia è aumentata. “L’ambiente dell’Italia è buono, sono arrivato all’Europeo con grande voglia ed entusiasmo”, afferma ‘Fantantonio’, “Con i miei compagni ci stiamo divertendo, ma la cosa più importante sono i risultati. Dopo il pareggio contro la Spagna abbiamo acquistato fiducia, ma dobbiamo continuare su questa strada per raggiungere sempre il meglio”.

Molti meriti vanno attributi anche a Prandelli. “Mi piace molto sia come allenatore sia come persona”, conferma il numero 10 Azzurro, decisivo nelle qualificazioni con i suoi 6 gol, “Gli piace il dialogo, si spiega tanto, come tecnico è molto bravo e preparato. Dall’inizio sono stato importante perché lui mi ha fatto sentire importante: quando hai grande fiducia da parte di chi comanda, aumenta la tua di fiducia e cerchi sempre di dare il massimo”.

Ma Cassano si sente più maturo ora, dopo tutto quello che ha visto e passato? “Maturo forse perché ho 30 anni, ma dentro mi sento un bambino…”, racconta, “Tante cose che ti succedono, penso a quella che è successa a me a fine ottobre, ti segnano un po’ e ti fanno capire veramente i valori della vita. Diciamo che questo è un momento in cui mi sento quasi maturo…”. Per la sua crescita, probabilmente non solo sportiva, è stato molto importante Eugenio Fascetti. “A lui devo tutto, mi ha preso dalla strada”, annuisce Cassano, “All’epoca c’era ancora la lira, non l’euro, e io non avevo una lira: mi ha buttato dentro senza alcun tipo di problema, credeva molto in me e mi faceva allenare già quando avevo 14 o 15 anni con la prima squadra. Gli devo tutto, per me è un grande”. 

Palla all’attacco: davanti Prandelli sembra puntare forte sul giocatore del Milan e Mario Balotelli. “Le gerarchie però non le decide la stampa, ma l’allenatore”, avverte il talento di Bari, “Con la Spagna tutta la squadra ha fatto bene: io, Antonio Di Natale, Sebastian Giovinco quando è entrato…Siamo cinque attaccanti, l’importante è che per il bene dell’Italia chi va dentro faccia bene. Le gerarchie importano poco, è normale che io voglia giocare sempre di più. Ma questo lo decide il Ct, che è una persona molto attenta a capire chi sta bene”. 

Molti rivedono un po’ di Cassano in Balotelli. “Ma io e Mario siamo all’opposto, in campo ci assomigliamo perché forse siamo entrambi fuori dagli schemi”, sottolinea il numero 10 Azzurro,  “Siamo molto diversi: bisogna lasciarlo tranquillo di crescere, perché è un ragazzo eccezionale. Bisogna lasciarlo crescere e fare i suoi errori”. 

Ma si prova ancora emozione quando si scende in campo in una manifestazione importante come questa? “Da quando ho iniziato a giocare a calcio vivo la partita con grande serenità…”, assicura Cassano, “Pressione, non pressione, partite importanti o meno: vivo sempre con la stessa tranquillità. Se devo fare una battuta la faccio, non avverto tanta emozione prima delle partite”. Prandelli e tutti i tifosi dell’Italia sia così anche giovedì.

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