Real, poker e leggenda: la Juve si inchina
sabato 3 giugno 2017
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Il Real Madrid supera la Juventus con un netto 4-1 e conquista la sua 12esima Coppa dei Campioni, diventando la prima squadra a vincere la UEFA Champions League per due stagioni di fila. Continua la maledizione bianconera nelle finali.
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Il Real Madrid entra sempre più nella storia: le Merengues conquistano per la dodicesima volta la Coppa dei Campioni, migliorando ulteriormente il record assoluto di successi nella competizione e diventano il primo club a trionfare in UEFA Champions League per due stagioni consecutive.
Il tutto a spese della Juventus, che a Cardiff è costretta ad arrendersi. I Bianconeri incassano la settima sconfitta su nove finali disputate, la quinta di fila, e vedono svanire il sogno di tornare sul tetto d'Europa dopo 21 anni di digiuno.
L'avvio di gara è scoppiettante, soprattutto grazie alla Juve. Gonzalo Higuaín scalda subito i guanti di Keylor Navas con un siluro dal limite. Poi arriva il turno di Miralem Pjanić: il regista bianconero si coordina al meglio su una respinta della difesa avversaria e dai 20 metri disegna una traiettoria insidiosa sul primo palo, ma trova lo splendido intervento a mano aperta di Navas.
Il Real Madrid sembra subire l'approccio volitivo della Juventus, ma come un cobra colpisce alla prima occasione utile. Toni Kroos dà il la alla manovra, Karim Benzema imbecca Cristiano Ronaldo sulla corsa e il portoghese allarga tutto a destra su Dani Carvajal, che la rimette in mezzo per l'inserimento di CR7: piatto destro a incrociare dal cuore dell'area e pallone alle spalle di Gianluigi Buffon, complice una deviazione di Leonardo Bonucci. E' il 20' e i Bianconeri si trovano costretti ad inseguire.
La rincorsa, tuttavia, è di breve durata, perché al 27' Mario Mandžukić si inventa un gol pazzesco: sul cross di prima di Alex Sandro dalla corsia di sinistra, Higuaín fa da sponda per il croato, che si esibisce in una strepitosa girata volante scavalcando Navas e regalando alla Vecchia Signora il pareggio.
La partita ora è spettacolare: le squadre si affrontano a viso aperto, accettando i rischi, con le difese sempre altissime. Ronaldo prima prova senza fortuna la conclusione in rovesciata, poi fallisce la deviazione vincente di testa a pochi passi da Buffon su cross di Isco. La Juve non resta a guardare, ma non riesce a creare altre palle-gol limpide prima dell'intervallo. Si va così al riposo in perfetto equilibrio, ma con la sensazione che la ripresa avrà ancora molto da dire.
Al rientro in campo le due squadre ripartono con ritmi più compassati, ma sempre determinate a superarsi reciprocamente. Il primo sussulto è delle Merengues, che al termine di un'azione insistita liberano al tiro Luka Modrić: la conclusione dal limite del playmaker croato è potente, ma centrale, e non impensierisce Buffon. Qualche istante più tardi è Marcelo a pennellare un cross perfetto sul secondo palo, con Ronaldo che arriva in lieve ritardo.
In questa fase di gara la Juve è attendista, quasi guardinga. Un atteggiamento che si rivela fatale perché al 61' il Real torna di nuovo a condurre. La difesa bianconera libera sugli sviluppi di un cross di Karim Benzema, ma il pallone arriva sui piedi di Casemiro. Il centrocampista brasiliano lascia partire un destro dai 30 metri e un'altra deviazione - questa volta di Sami Khedira - si rivela letale per Buffon.
Il nuovo svantaggio frastorna ulteriormente i Bianconeri, che al 64' incassano anche il terzo gol. Mandžukić si fa rubare il pallone da Modrić, che si incunea sulla destra e crossa sul primo palo, dove Ronaldo irrompe e deposita in rete con un tocco ravvicinato. Il portoghese diventa così il primo giocatore ad essere andato a segno in tre finali diverse di UEFA Champions League e supera l'eterno rivale Lionel Messi in vetta alla classifica marcatori stagionale con 12 reti.
Massimiliano Allegri cerca di dare una scossa alla squadra inserendo Juan Cuadrado e Claudio Marchisio per Andrea Barzagli e Pjanić, ma il destino sembra voltare ancora una volta le spalle ai Bianconeri: il colombiano riceve due gialli nello spazio di 12' e lascia in inferiorità numerica la Vecchia Signora, che nel frattempo aveva rinunciato anche a Dybala rilevato da Mario Lemina.
Il Real ha così buon gioco a gestire l'ultima fase di gara e proprio allo scadere trova il poker con il subentrato Marco Asensio. E' l'ultimo sussulto di una partita che proietta le Merengues nella leggenda: mai nessuna squadra prima d'ora aveva difeso con successo il titolo di campione d'Europa nell'era UEFA Champions League. Ma si sa, c'è una prima volta per tutto. E anche l'incantesimo che strega le finali della Juve è destinato a spezzarsi prima o poi.