Allegri cerca l'oro a Cardiff
giovedì 1 giugno 2017
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"Stavolta dobbiamo mettere le mani sulla coppa", commenta il tecnico della Juventus prima della finale contro il Real Madrid ripensando a quella persa contro il Barcellona nel 2015. "E' cresciuta l'autostima rispetto a due anni fa".
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Massimiliano Allegri era sulla panchina della Juventus in occasione della finale di UEFA Champions League del 2015 persa 3-1 contro il Barcellona a Berlino. A UEFA.com, il tecnico conferma che i suoi giocatori non si accontenteranno più del secondo posto contro il Real Madrid.
Il Real Madrid ha tanti punti di forza. È una squadra straordinaria che ha tecnica e velocità. È abituata a giocare questo tipo di partite, quindi ci sarà una grande finale. Dobbiamo essere molto contenti di essere arrivati fin qui, ma partiamo con una convinzione diversa rispetto al 2015.
Non so da cosa dipenderà una vittoria o una sconfitta, perché le finali vengono decise dai singoli episodi. Nel 2015, dopo 20 minuti contro il Barcellona, pensavamo di avere già perso; dopo il pareggio credevamo di vincere, ma alla fine abbiamo perso. Saranno 95 o forse 120 minuti estremamente lunghi e affascinanti.
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Rispetto alla finale del 2015 a Berlino, la squadra è cambiata in quasi tutti i suoi elementi, sono rimasti solo quattro o cinque giocatori. E' cresciuta l'autostima, così come la consapevolezza dei nostri mezzi, dell'ambiente in generale.
Dovevamo alzare l'asticella dopo aver vinto il quinto scudetto consecutivo, dopo aver raggiunto una finale di Champions League, vinto due Coppe Italia e la Supercoppa. Questa squadra aveva bisogno di obiettivi e stimoli maggiori.
Il 4-2-3-1 è arrivato nel momento in cui ho capito che la squadra non poteva più andare avanti con il vecchio modulo per caratterstiche dei giocatori. Ho cercato ancora di più di metterli nei proprio ruoli e dare un pochino di spazio in più alla fase offensiva.
Ho avuto tanti effetti postivi: i giocatori si sono divertiti molto di più ma alla fine c'è stata soprattutto tanta disponibilità a sacrificarsi per la squadra: alla fine è questo che fa la differenza. Avere tanti giocatori in attacco e un buon equilibrio in difesa significa costruire le fondamenta per la vittoria.
Cosa ci ha fatto bene questa stagione? Prima di tutto competere con due grandi squadre come Roma e Napoli in campionato. Ci hanno dato la spinta necessaria per arrivare in finale di UEFA Champions League, perché dovevamo sempre mantenere la tensione alta in ogni singola partita. Se ti cala l'attenzione, qualcosalasci per strada.
Se abbiamo imparato qualcosa dalla finale del 2015? Impari qualcosa tutti i giorni, figuriamoci da una finale di Champions! Solo in pochi riescono ad alzare quella coppa e non capita tutti gli anni di arrivare in finale. Negli ultimi tre ne abbiamo già giocata una e adesso ci sarà la seconda, ma stavolta dobbiamo mettere le mani sulla coppa.