La Champions League secondo Pirlo
martedì 14 aprile 2015
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L'inno della UEFA Champions League fa battere ancora forte il cuore di Andrea Pirlo a 17 anni di distanza dal suo debutto nel torneo: "È sempre speciale", ha raccontato a UEFA.com il regista della Juventus.
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Veterano della UEFA Champions League dall'alto delle sue 110 presenze, dalla fase a gironi alla finale, il 35enne regista della Juventus, Andrea Pirlo, ha vinto due volte la più importante competizione mondiale per club con l'AC Milan, Ora spera di mettere nuovamente le mani sul prestigioso trofeo a 17 anni dal suo debutto sul palcoscenico internazionale con la maglia dell'FC Internazionale Milano.
UEFA.com: Hai debuttato nel 1998 con l'Inter, e oggi a 17 anni di distanza sei ancora tra i protagonisti della UEFA Champions League. Cosa significa per te questa competizione?
Andrea Pirlo: Giocare la Champions League, e possibilmente vincerla, è il sogno di tutti i calciatori. Io ho avuto questa grande fortuna e quindi mi ritengo fortunato perché è una competizione bellissima che va al di là di ogni campionato italiano o estero. Penso sia una sensazione particolare tutte le volte che si sente quella musichetta.
UEFA.com: Dopo aver lasciato l'Inter sei passato al Milan dove hai trascorso dieci anni. Com'è stato trasferirsi ai rivali di sempre dei Nerazzurri?
Pirlo: Ero talmente giovane che non ne ho risentito, anzi avevo voglia di dimostrare all’altra squadra [l’Inter] che si erano sbagliati, poi ho passato dieci anni fantastici con la maglia rossonera. Però non c’è stata grande rivalsa nei confronti dell’altra squadra, era solo la voglia di far bene e di giocare per la mia nuova squadra.
UEFA.com: Hai vinto per la prima volta la UEFA Champions League con il Milan nella stagione 2002/03, che ricordi hai?
Pirlo: È stata una stagione stupenda, perché siamo partiti dai preliminari, è stato un cammino lungo. Allora c’erano ancora i gironi doppi, quindi tante partite. Era una squadra fantastica, formata da grandissimi giocatori e poi giocare una semifinale e una finale contro due squadre italiane [rispettivamente contro Inter e Juventus] penso sia una cosa irripetibile. L’atmosfera di quella settimana era veramente elettrica. Per fortuna è durata solo una settimana perché la tensione era veramente altissima.
UEFA.com: Due anni dopo avete disputato un'altra finale, ad Istanbul, dove però avete perso ai rigori con il Liverpool dopo essere stati in vantaggio per 3-0. Raccontaci quella finale...
Pirlo: Avevamo fatto un primo tempo spettacolare, dove forse avevamo giocato il miglior calcio degli ultimi anni, però poi è successo quello che non doveva succedere. Non sappiamo neanche noi quello che è successo, sono stati otto minuti incredibili che purtroppo nel calcio si possono verificare. Poi alla fine pensi che sia una partita segnata perché quello che è successo veramente va al di là di ogni pronostico.
UEFA.com: Il Milan si è vendicato di quella sconfitta con il Livepool nella finale del 2007. Come vi ha fatto sentire quella vittoria?
Pirlo: C’era la voglia di eliminare la partita passata, soprattutto di rialzare quella coppa che ci apparteneva già da due anni prima, quindi c’è stata veramente una grande gioia, un senso proprio di abbandono verso quella brutta partita di due anni prima. Ce la meritavamo.
UEFA.com: Nel 2011 sei passato alla Juventus. Cosa significa per te giocare con questa maglia?
Pirlo: Dopo dieci anni [al Milan] avevo bisogno di nuovi stimoli e di nuove sensazioni e la Juve era la squadra ideale dove andare perché veniva da dei campionati dove erano arrivati settimi. Quindi c’era grande voglia di ripartire e di rivincere. Abbiamo vissuto tre anni fantastici, vincendo subito dei campionati e penso che arrivare qua alla Juve e poter continuare a vincere sia stato un grande motivo d’orgoglio per me perché avevo voglia di tornare a vincere e di farlo magari anche con questa maglia, una maglia diversa da quella del Milan.
UEFA.com: Che qualità deve avere una squadra per vincere la UEFA Champions League?
Pirlo: Bisogna avere tante componenti per arrivare fino in fondo. Ci vuole chiaramente la squadra, la fortuna e il momento di forma in quel periodo. Penso che queste siano le tre cose principali, perché nella Champions League può succedere di tutto. Come ho già detto, dipende molto da come arriva una squadra in quel periodo della stagione, perché si arriva dopo tante partite di campionato e di coppa e poi ci sono anche gli infortuni… quindi si può verificare l’inverosimile.