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Eto'o e la regola del tre

Per un giocatore 'normale' la tripletta di trofei in una stagione è un evento storico. Per Eto'o sta diventando una dolce abitudine dopo averla conquistata per due anni di fila con Barcellona e Inter: "Per vincere tutto, serve una squadra perfetta".

Eto'o e la regola del tre
Eto'o e la regola del tre ©UEFA.com

Grazie al trionfo in UEFA Champions League, l'FC Internazionale Milano è diventata la prima squadra italiana a conquistare in una sola stagione lo Scudetto, la Coppa Italia e il trofeo per club più prestigioso d'Europa. Le triplette, invece, non sono una novità per Samuel Eto'o e considerato il ritmo con cui l'attaccante camerunense conquista trofei su trofei, è possibile che l'appartamento da 1.000 metri quadri recentemente acquistato a Milano diventi presto troppo piccolo per contenerli tutti.

Il bomber nerazzurro aveva conquistato la UEFA Champions League anche la scorsa stagione, con l'FC Barcelona, e anche 12 mesi fa aveva centrato il "triplete" in Spagna. "Per vincere tutto serve una squadra perfetta", ha spiegato il 29enne nazionale del Camerun dopo la finale di Madrid. E anche se questa volta Eto'o non ha fatto gol in finale, il suo contributo al Santiago Bernabéu è stato come sempre prezioso. 

José Mourinho aveva avuto parole di elogio per l'attaccante già prima della partita di sabato. "Eto'o è un esempio per tutti - aveva dichiarato il portoghese -. E' un giocatore di livello internazionale e dalle caratteristiche spiccatamente offensive, ma quando la squadra è in difficoltà è sempre il primo ad aiutare in fase di copertura".

Eto'o non si è smentito neppure in finale ed in avvio di ripresa ha mostrato una disciplina tattica encomiabile arretrando sulla linea dei difensori per proteggere l'Inter dal tentativo di rimonta dell'FC Bayern München. Il 2-0 finale dei Nerazzurri, dunque, porta anche la sua firma, ma l'attaccante preferisce sminuire i suoi meriti. "Non sono uno specialista delle finali - ha spiegato -. Semplicemente, bisogna avere i compagni giusti e un tecnico vincente. Io sono stato fortunato a giocare sempre con grandi club, che mi hanno permesso di vincere molti trofei".

La sfida del Bernabéu ha seguito esattamente il copione che Eto'o si aspettava. "Eravamo fiduciosi - ha spiegato l'attaccante -. Per vincere una finale bisogna segnare e noi siamo stati fortunati a trovare il gol intorno alla mezz'ora. Abbiamo chiuso il primo tempo sull'1-0 e sapevamo che nella ripresa la partita sarebbe stata più aperta. Il Bayern è tornato in campo con grande determinazione e ha ha sfiorato il pareggio, ma l'Inter ha la fortuna di avere tra i pali un grande portiere come Júlio César. Dopo il 2-0, per loro è diventato tutto più difficile".

Diego Milito ha segnato entrambe le reti della partita a Madrid, portando il suo bottino stagionale a 30 gol complessivi, inclusi quello nella finale di Coppa Italia contro l'AS Roma e quello sul campo dell'AC Siena che ha regalato all'Inter il 18esimo Scudetto. "Ha giocato una partita davvero straordinaria! Ha segnato due gol in finale e ha offerto una prestazione strepitosa - ha sottolineato Eto'o -. Congratulazioni a Diego e a tutti i miei compagni naturalmente".

Dopo aver segnato contro Arsenal FC e Manchester United FC nel 2006 e nel 2009, Eto'o non è riuscito ad eguagliare il record di Alfredo di Stéfano, l'unico giocatore capace di andare a bersaglio in tre finali differenti, ma il tris di successi ottenuti in questa stagione rappresenta senza dubbio un'ottima consolazione per il camerunense: "Per me la cosa più importante non sono i gol, ma la squadra - ha ribadito -. Volevamo vincere e ci siamo riusciti, perciò sono al settimo cielo".  Per segnare in una terza finale c'è ancora tempo...

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