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Vilda 'promuove' la Spagna

Incoraggiato dai risultati ottenuti nelle qualificazioni, il Ct della Spagna spera di superare gli ostacoli di un girone molto difficile e di non avere defezioni per via degli esami scolastici.

Vilda 'promuove' la Spagna
Vilda 'promuove' la Spagna ©Fedja Krvavac

Tre vittorie su tre nella seconda fase di qualificazione è un risultato che lascia Ángel Vilda “pienamente soddisfatto” e che autorizza a puntare almeno alla semifinale al Campionato Europeo Femminile Under 19 UEFA. La fase finale è in programma in Italia dal 30 maggio, e Vilda spera che la Spagna possa “mettere in vetrina quello che vale”, esami scolastici permettendo.

UEFA.com: Come pensa che se la caverà la Spagna nel Gruppo B insieme a Germania, Norvegia e Olanda?

Ángel Vilda: Abbiamo piena fiducia nei nostri mezzi, ma siamo anche consapevoli delle difficoltà che pone un girone incredibilmente competitivo. Faremo del nostro meglio perché in palio c’è anche l’accesso al Mondiale [Under 20 FIFA]. Alcune ragazze sono impegnate con gli esami scolastici: speriamo di non dover rinunciare a nessuno.

UEFA.com: Quali obiettivi vi siete posti alla vigilia del torneo?

Vilda: I risultati conseguiti finora ci fanno ben sperare, per il resto cercheremo di essere competitivi, come sempre. Vediamo come va la prima partita e poi quello che riusciamo a fare nelle altre. Il nostro obiettivo primario è finire il girone primi o secondi per qualificarci al Mondiale.

UEFA.com: Quale ritiene che sia l’avversario più insidioso?

Vilda: La Germania è la favorita d’obbligo di ogni grande torneo: per infrastrutture, numero di giocatrici tesserate ed esperienza è sempre la squadra da battere. Agli altri non resta che sperare.

UEFA.com: E’ difficile per il calcio femminile vivere sempre all’ombra di quello maschile?

Vilda: Ci stiamo impegnando al massimo a promuovere il calcio femminile. Quello che forse manca al momento in Spagna è un aumento nel numero dei tesseramenti. Sarebbe ideale che le ragazze iniziassero a giocare a calcio molto prima; a sette-otto anni al massimo.

E’ importante condurre una campagna sul piano sociale e culturale, e trovare il modo di imporsi nelle scuole attraverso l’educazione fisica. Serve un modello che faccia conoscere questo sport alle ragazze. Non c’è dubbio che le ragazze vogliano giocare a calcio; la richiesta è enorme, ma vanno organizzati tornei interscolastici, altrimenti, fino ad allora, sarà sempre molto difficile.

UEFA.com: Quanto ha influito il fatto che la scorsa finale di UEFA Women's Champions League si sia giocata a Getafe e che il Rayo Vallecano de Madrid abbia vinto il torneo?

Vilda: Tutto aiuta. Per questo è importante sfruttare al meglio i grandi tornei internazionali: è l’occasione per mettere in vetrina il nostro lavoro e attirare un maggiore interesse da parte dei media. In questo modo il calcio femminile [in questo paese] potrà raggiungere il livello che gode negli altri grandi paesi europei.