Relazione tecnica Women’s Champions League
venerdì 6 novembre 2020
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La relazione tecnica riassume le tendenze prevalenti della scorsa UEFA Women’s Champions League.
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È disponibile la nuova relazione tecnica della UEFA Women’s Champions League 2019/20.
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Corinne Diacre e Jorge Vilda, rispettivamente Ct di Francia e Spagna, erano presenti alla fase finale a otto squadre disputata a Bilbao e San Sebastián a fine agosto. Supportati dalle osservazioni da casa dei Ct o ex Ct Brent Hills, Monika Staab e Jarmo Matikainen, hanno riassunto tendenze potenzialmente molto utili per gli allenatori che vogliono contribuire a un'ulteriore crescita del calcio femminile.
Nel corso degli anni, nelle relazioni tecniche UEFA è stato ripetuto più volte che occorreva evitare i paragoni con il calcio maschile. L'edizione 2019/20, però, conferma che il calcio femminile ha evidenziato tendenze sono simili.
Ad esempio il pressing alto. Alla fase finale, praticamente tutte le squadre hanno tenuto alte le linee e impegnato le giocatrici nel pressing collettivo, come hanno fatto straordinariamente Barcellona, Paris Saint-Germain e le campionesse dell'Olympique Lyonnais. Gli osservatori hanno concluso che questa strategia richiede un grande lavoro nel calcio giovanile, perché le giocatrici di movimento e i portieri devono avere le capacità tecniche per uscire dal pressing.
Un altro tema è il ruolo del portiere. La relazione, però, conclude che i portieri “non sono stati impegnati seriamente” in un torneo che ha registrato una media di 3,6 tiri nello specchio a partita. Escludendo la trionfante vittoria ai quarti di finale del Wolfsburg sul Glasgow City, ci sono volute quasi 10 conclusioni per arrivare a un gol: questa statistica ha creato un dibattito tra gli osservatori, secondo cui è necessario lavorare molto di più sulle finalizzazioni in allenamento.
Questo argomento si intreccia con altre statistiche importanti: per esempio, il 39% dei gol è nato da calci piazzati (anche senza rigori); oppure, il 79% dei gol su azione è arrivato grazie ad assist dalle fasce.
Il torneo ha anche definito nuovi termini di paragone a livello atletico. In finale, ad esempio, la centrocampista Sara Bjork Gunnarsdóttir del Lione ha percorso 12,27 km 90 minuti, cifra che regge tranquillamente il paragone con il calcio maschile, mentre la compagna Delphine Cascarino ha effettuato uno scatto a ben 31,45 km/h tornando in difesa durante la semifinale contro il Paris.
Tutti questi dati, supportati da grafiche e link video, possono essere consultati su: www.uefatechnicalreports.com.