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Shalimov e il futuro del calcio russo

Dopo l'eliminazione dal Campionato Europeo Under 21 UEFA, l'assistente Ct della Russia trae le prime conclusioni e cerca di capire come migliorare per i prossimi tornei.

Igor Shalimov ha vinto l'Europeo Under 21 nel 1990
Igor Shalimov ha vinto l'Europeo Under 21 nel 1990 ©Getty Images

Avendo vinto il Campionato Europeo Under 21 con l'Unione Sovietica nel 1990, Igor Shalimov conosce bene i segreti del successo in questo torneo. Dopo l'eliminazione della Russia, però, l'assistente Ct trae le prime conclusioni sul calcio della sua nazione.

L'uscita prematura della Russia è arrivata con una sconfitta nella gara d'esordio contro la Spagna e un 5-1 contro l'Olanda. Shalimov cerca dunque di capire come migliorare in vista dell'edizione del 2015 in Repubblica Ceca, dove potranno giocare solo quattro componenti dell'attuale squadra.

L'ex FC Internazionale Milano, Udinese Calcio ed SSC Napoli ricorda anche il trionfo di 23 anni fa, quando segnò due gol importanti delle fasi conclusive del torneo. "Era un calcio diverso - commenta l'assistente Ct, 44 anni -. Si giocava con il libero e tutto era meno organizzato. I singoli potevano fare di più la differenza rispetto a ora".

"Già a 17 o 18 anni, quasi tutti i giocatori di quella squadra erano titolari nei rispettivi club - aggiunge -. Ora, non tutti hanno giocato abbastanza in campionato, quindi possiamo dire che singolarmente eravamo più forti".

Per migliorare a livello internazionale, le nazionali russe di tutte le fasce d'età usano un modulo e un sistema di gioco identici, sperando di agevolare il passaggio tra le varie categorie. "In Russia si lavora come in Spagna, Olanda e Germania, in modo che in ogni nazionale ci siano sempre gli stessi ruoli".

"Sarebbe bello se le squadre di club facessero lo stesso. La cosa più importante è avere i minuti nelle gambe. Se questa squadra giocasse nel campionato russo, sicuramente non retrocederebbe".

Nel campionato russo, la mancanza di concorrenza per un posto da titolare si rivela un ostacolo per i giocatori che poi vanno all'estero. Dopo UEFA EURO 2008, per esempio, Andrei Arshavin (all'Arsenal FC), Roman Pavlyuchenko (Tottenham Hotspur FC), Yuri Zhirkov (Chelsea FC), Diniyar Bilyaletdinov (Everton FC) e Pavel Pogrebnyak (VfB Stuttgart) non sono riusciti ad avere l'impatto che tutti aspettavano.

"In Russia, loro erano titolari sia con il club che in nazionale e non erano abituati alla concorrenza - conclude Shalimov -. Psicologicamente è difficile, perché se non ci sei abituato non sai proprio cosa fare".

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