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La felice odissea di Nordtveit

"Mi hanno dato una macchina speciale con i lampeggianti scortata dalla polizia". Håvard Nordtveit racconta a UEFA.com come è riuscito ad arrivare in tempo per la partita della Norvegia.

Håvard Nordtveit si diverte in Israele
Håvard Nordtveit si diverte in Israele ©Sportsfile

Meno di 24 ore dopo aver giocato 90 minuti con la nazionale maggiore nelle qualificazioni per i prossimi Mondiali FIFA in Albania, Håvard Nordtveit è sceso in campo negli ultimi sette minuti a Petah Tikva in occasione della vittoria della Norvegia contro l’Inghilterra nel Gruppo A.

Nordtveit era uno dei quattro giocatori arrivati in Israele con un charter da Tirana – insieme a Valon Berisha, Markus Henriksen e Joshua King – ma il 22enne ha addirittura avuto bisogno della scorta della polizia per arrivare in tempo all’aeroporto dopo essersi sottoposto a un controllo antidoping.

"Le 12 ore dopo la gara con l’Albania sono state stressanti – spiega con un sorriso -. Sono stato sorteggiato per l’antidoping e non riuscivo a far uscire liquidi. Per fortuna mi hanno dato una macchina speciale con i lampeggianti e scortata dalla polizia. Ero sul charter alle 12.30 e siamo arrivati all’hotel di Tel Aviv alle cinque e mezza. Quattro ore di sonno dalle sei alle dieci, e pronto a giocare per una decina di minuti. Di solito stacco un po’ più in alto di testa, ma ieri non ce la facevo proprio”.

Parlando con UEFA.com durante una cerimonia dell’ambasciata norvegese al beach bar di Herzliya, Nordtveit racconta: "E’ la mia prima fase finale di un torneo come questo e volevo assolutamente esserci. L’anno scorso ho giocato oltre 50 partite tra Bundesliga e nazionale. Però almeno ci siamo potuti riposare un po’ sulle spiagge in Israele. Adesso cercheremo di arrivare il più avanti possibile e, perché no, diventare campioni d’Europa”.

Nordtveit – ex difensore nel settore giovanile dell’Arsenal FC, adesso è un ottimo centrocampista centrale al VfL Borussia Mönchengladbach. "Per l’Inghilterra non era facile battere la Norvegia ieri. Dopo essere andati sotto hanno sentito la pressione. Noi non abbiamo giocato benissimo – perdendo spesso il pallone – ma abbiamo comunque lottato bene aiutandoci l’uno con l’altro”.

Nordtveit è sicuro che i quattro rinforzi dalla nazionale  maggiore serviranno,specialmente considerando le temperature torride e i crampi con cui diversi compagni di squadra hanno dovuto fare i conti: “Ovviamente c’è bisogno di tutti qui, ma la prima cosa è tornare con i piedi per terra prima della sfida contro l’Italia”. Contro gli Azzurrini un punto garantirà una qualificazione alle semifinali che ormai potrebbe scappare solo per eventi altamente improbabili.

"Dobbiamo prepararci al meglio per una sfida che sarà molto dura”, detto questo l’uomo arrivato appena un giorno fa da Tirana crede che la sua Norvegia non abbia limiti. "Nel 1998 finimmo terzi. Niente è impossibile”.

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