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Il futuro della Serbia è radioso per Milošević

Savo Milošević, il direttore tecnico della Federcalcio Serba per le squadre giovanili e l'Under 21, è soddisfatto di quanto mostrato dai suoi ragazzi in Lituania, e sostiene siano sulla strada giusta per crescere al meglio.

Savo Milošević durante l'intervista a UEFA.com in Lituania
Savo Milošević durante l'intervista a UEFA.com in Lituania ©Sportsfile

Savo Milošević è orgoglioso: la sua Serbia sta facendo bene al Campionato Europeo Under 19 UEFA in Lituania. Ma per il direttore tecnico della Federcalcio Serba (FSS) per le squadre giovanili e l'Under 21, questo è solo l'inizio: lo ha confidato a UEFA.com.

UEFA.com: Quali erano gli obiettivi di squadra e staff tecnico per questo torneo?

Savo Milošević: Già parteciparvi è per noi un grande successo. L'ultima volta che ci siamo qualificati [nel 2010] abbiamo perso tutte tre le partite, quindi quest'anno stiamo già facendo meglio. Ci eravamo posti come obiettivo le semifinali, ma il risultato in sé non è mai stato la nostra vera priorità.

UEFA.com: La Serbia ha una buona tradizione a livello di Under 19: come te lo spieghi?

Milošević: A questo livello conta ancora molto il talento. Il gap tra le grandi nazionali e quelle più piccole, che non possono curare al massimo aspetti come infrasttrutture e allenamenti individuali, e che non possono contare sull'impiego di specialisti in diversi ruoli dello staff, è meno ampio. Noi siamo una piccola nazione, ma a questo livello possiamo comunque compensare tali svantaggi col talento.

UEFA.com: Quanto è importante per i ragazzi e i tecnici poter partecipare a manifestazioni del genere?

Milošević: Il livello del torneo è molto alto, bisogna superare due turni di qualificazione ed arrivare qui non è per nulla semplice. Questi ragazzi rappresentano il futuro di questo sport. Per ogni calciatore è un vero privilegio far parte di tutto ciò e poter mostrare le sue qualità. Non c'è modo migliore per rappresentare il proprio Paese.

Per i tecnici è forse addiritura ancora più importante. Guidare una nazionale è molto diverso da allenare un club: a prima vista potrebbe sembrare più facile, visto che la squadra si riunisce una volta al mese. Sembra che si tratti di meno lavoro, ma è proprio questo a rendere il compito così difficile. Durante le qualificazioni, il tecnico dispone di tre o quattro giorni per accogliere i giocatori, prepararli e metterli in campo in modo organizzato. Per un allenatore questo da una parte è un problema, dall'altra però anche la possibilità di dimostrare le proprie qualità: si vede la sua firma e la quantità di lavoro investito nella squadra.

UEFA.com: Solo due membri della rosa della Serbia Under 19 giocano all'estero: è un vantaggio oppure no? E cosa ti hanno insegnato a livello personale le tue esperienze in Spagna, Italia, Inghilterra e Russia?

Milošević: Innanzitutto si tratta di un vantaggio, perché siamo riusciti a riunire l'intera squadra dieci giorni prima dell'inizio del torneo. Questo è più difficile quando si hanno 11 giocatori sparsi per il mondo, ma l'esperienza che si matura all'estero è enorme. Ho giocato in quattro grandi campionati, e questo oggi mi aiuta molto. Credo di aver visto davvero tutto. Il calcio a volte sa essere molto duro, e io sono felice di poter trasferire le mie esperienze a questi ragazzi, preparandoli a quello che un giorno potrebbe aspettarli.

UEFA.com: Qual è l'approccio delle Serbia al calcio giovanile?

Milošević: I risultati parlano da soli. È un approccio molto serio: a livello di risultati, al momento le nostre squadre giovanili sono forse la cosa migliore di tutto il calcio serbo. L'Obiettivo è alzare il livello del nostro campionato, e ci stiamo lavorando. Quest'anno per la prima volta i giocatori di 19 anni potranno partecipare al campionato nazionale giovanile.

Stiamo pensando di inserire tre fuoriquota per aumentare il livello di competizione. Inoltre in futuro sarebbe ideale organizzare un campionato per le squadre B delle società. La nostra priorità assoluta in questo momento è aumentare il livello di competitività del campionato giovanile, perché è da lì che esce il 95% dei giocatori che poi entrano a far parte della nazionale maggiore.

UEFA.com: C'è un percorso chiaro che porta dalle nazionali giovanili all'Under 21 e poi alla nazionale maggiore?

Milošević: Abbiamo piani precisi. Non si può crescere cambiando allenatore ogni cinque o sei mesi; a volte questo porta qualcosa nel breve periodo, ma mai nel lungo. La continuità a livello tecnico fornisce ai ragazzi la stabilità di cui hanno bisogno. A livello giovanile succede di perdere giocatori importanti, e di non riconoscere più il loro vero talento, mostrato magari all'età di 14 o 15 anni. Studi recenti hanno dimostrato che i ragazzi che maturano più tardi possono essere molto più talentuosi di quelli che lo fanno più velocemente. Cercheremo di evitare errori in questo senso, e di allargare il gruppo di giocatori seguiti, in modo poi da poter scegliere davvero i migliori per la nazionale maggiore.