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Under 17: i dolci ricordi di Ljajić

Il centrocampista della Fiorentina ricorda gli Europei UEFA Under 17 del 2008 come un'esperienza molto istruttiva e invita i prossimi partecipanti ad approfittarne.

Adem Ljajić nel 2008
Adem Ljajić nel 2008 ©Sportsfile

Da quando Adem Ljajić ha partecipato al Campionato Europeo Under 17 UEFA 2008 con la Serbia, ne è passata di acqua sotto i ponti. Oggi, il centrocampista gioca nella nazionale maggiore e in Serie A con l'ACF Fiorentina, ma i suoi ricordi del torneo Under 17 rimangono nitidi.

Tre anni fa in Turchia, Ljajić ha disputato tre partite della fase a gironi. Nonostante l'eliminazione, il giovane descrive il torneo come un'importante esperienza di apprendimento: "È stata la prima occasione per competere a livello europeo. Il primo passo è sempre quello più importante".

"Quell'esperienza ha significato molto per me - aggiunge Ljajić -. Ho imparato qualcosa in ogni allenamento e soprattutto in partita. Era un'occasione per confrontarsi con ragazzi di altri paesi. Ho conosciuto tanta gente e abbiamo parlato di tutto. Durante le partite, ho visto che potevamo competere contro chiunque e ho acquistato fiducia. In Turchia, ho visto per la prima volta alcuni giocatori che poi sarebbero diventati campioni e di cui sentirò parlare nei prossimi 10-15 anni".

Per Ljajić, il torneo è stato un vero trampolino di lancio: promosso in prima squadra nell'FK Partizan la stagione successiva, è stato quindi acquistato dal Manchester United FC. Quando a dicembre 2009 lo United ha rescisso il contratto, è passato alla Fiorentina: "La vicenda al Manchester è stata una lezione di vita. Ringrazio tutti quelli che hanno creduto in me alla Fiorentina". Nel 2010/11, Ljajić è diventato titolare sotto l'ala protettrice del connazionale Sinisa Mihajlović: "Imparo da lui tutti i giorni e sono orgoglioso di potergli stare vicino".

Dopo l'esordio contro la Bulgaria l'anno scorso, il giocatore mette in contrasto la pressione della nazionale maggiore con la relativa libertà nell'Under 17: "Non avevamo troppi vincoli tattici, giocavamo a modo nostro. Naturalmente avevamo un modulo e una tattica, ma a 16 a 17 anni vuoi soprattutto far vedere le tue qualità al pubblico".

Tenendo a mente queste considerazioni, Ljajić consiglia ai giocatori di sfruttare l'esperienza che li attende in Serbia. "Sarà molto istruttiva. Probabilmente alcuni di loro diventeranno grandi giocatori, mentre altri si dedicheranno ad altro. Ora è il momento di divertirsi e mettersi alla prova, di essere competitivi e di imparare molto, sia sul calcio che sulla vita".