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Esclusivo: Lampard e le ambizioni del Chelsea in Supercoppa

"Vogliamo questo trofeo a tutti i costi", ha dichiarato il nuovo tecnico del Chelsea in vista della sfida di Istanbul.

Frank Lampard mostra ai suoi giocatori cosa è ancora in grado di fareChelsea FC via Getty Images
Frank Lampard mostra ai suoi giocatori cosa è ancora in grado di fareChelsea FC via Getty Images

La prima partita europea di Frank Lampard da tecnico del Chelsea sarà quella contro il Liverpool in Supercoppa UEFA e il tecnico 41enne ha le idee molto chiare.

L’ex centrocampista vuole vedere i Blues giocare con la stessa intensità del suo Chelsea quando vinse la UEFA Champions League nel 2012 e la UEFA Europa League nel 2013: Lampard è determinato a conquistare quella Supercoppa UEFA che non è riuscito a portare a casa in due tentativi da giocatore.

Hai perso con il Chelsea le finali di Supercoppa UEFA del 2012 e 2013; hai imparato qualcosa da quelle sconfitte che metterai in pratica in questa occasione?

[Dopo il successo in UEFA Champions League del 2012] credevamo di essere i più forti e siamo stati travolti dai nostri avversari in quella che è stata una partita terribile per noi [sconfitta 4-1 contro l’Atlético nel 2012]. Contro il Bayern [pareggio 2-2 nel 2013] è stato completamente diverso. Abbiamo fatto un’ottima partita. Avremmo potuto vincere la gara; loro hanno segnato nel finale e poi abbiamo perso ai rigori. Ho avuto due grandi esempi di una partita importantissima persa in modi differenti e questo non può che motivarti ancora di più.

Dovremo farci trovare pronti. È una coppa che il club vuole assolutamente vincere. Io - così come molti giocatori qui - non l’ho mai vinta quindi dobbiamo dare tutto. Affrontare una squadra con le qualità del Liverpool in una finale ti mette una tensione tale che solo una finale ti può dare. Le finali si possono perdere perché sono sempre difficili ma non si possono perdere perché non ci si arriva preparati o perché non si ha abbastanza fame e voglia di vincere.

Sarà una delle mie prime partite ufficiali da allenatore del club. Ogni giocatore deve essere consapevole dell’importanza della partita per questo club. Dobbiamo dare tutto perché sarà dura ma non possiamo uscire dal campo pensando “ce l’avremmo potuta fare” oppure “abbiamo perso l’occasione” o “non eravamo abbastanza pronti” o accampare altre scuse.

Liverpool - Chelsea: grandi classiche

La prospettiva di allenare in UEFA Champions League in questa stagione ti riporta alla mente dolci ricordi?

Mi ricordo la prima partita di Champions League che ho giocato; eravamo a metà degli anni 2000 e c’era Claudio Ranieri in panchina. Affrontavamo la Lazio in casa. Abbiamo vinto 2-1 se non sbaglio, e ricordo i brividi nell’ascoltare l’inno prima del fischio d’inizio quando ho pensato: “Wow! Sto giocando davvero in Champions League!”.

Ho vissuto tanti alti e bassi. Abbiamo lottato per arrivare in finale; ne abbiamo persa una [contro il Manchester United nel 2008] e vinta un’altra nel 2012 a Monaco contro il Bayern da sfavoriti nel loro stadio di casa. Quando mi chiedono qualcosa sulla mia carriera, non posso che ricordare quel momento. Mi sarei sentito incompleto se non l’avessi vinta. Vincere la Champions League col Chelsea, il primo club a portare la coppa a Londra, mi fa sentire orgoglioso e mi dà la spinta a vincere ancora... ma questa volta da allenatore.

Qual è stato il tuo momento preferito della competizione?

Didier Drogba scores the winning penalty in 2012
Didier Drogba scores the winning penalty in 2012©Getty Images

Il rigore segnato da Drogba a Monaco. Non è stata una bella partita e non mi sono divertito ma quando la palla di Drogba è entrata in rete è stato sensazionale.

Il mio gol più bello in Champions League è stato in casa contro il Bayern [nel 2005]. È stato il mio secondo della partita: uno stop di petto con girata al volo di sinistro che ha trafitto Oliver Kahn. Ne ho segnati pochi ma questo è l’unico che probabilmente non avrei saputo ripete se me l’avessero fatto provare altre mille volte... specialmente alla mia età adesso.

Chi è il miglior giocatore che hai affrontato in UEFA Champions League?

Sono tre. Il primo è [Lionel] Messi perché è stato il più incredibile mai affrontato - era come se stessi giocando contro qualcuno che non è allo stesso livello degli altri. Gli altri due più difficili da affrontare sono stati Xavi [Hernández] e [Andrés] Iniesta del Barcellona. Ti giocavano attorno e non ti davano mai la possibilità di arrivargli vicino. È stato un calcio diverso da qualsiasi altro mai visto in carriera.

Come vorresti vedere giocare il tuo Chelsea?

Lampard celebrates after scoring a goal against Liverpool
Lampard celebrates after scoring a goal against LiverpoolAFP/Getty Images

Mi piacerebbe giocasse un calcio fluido e duttile. Non voglio fossilizzarmi su una idea, una visione, una tattica. Forse ci vorranno giorni, forse settimane ma voglio che i miei calciatori siano duttili e aperti mentalmente.

L’intensità è tutto per me. Per come ci alleneremo, giocheremo. L’intensità non è solo una questione fisica ma anche mentale. È l’approccio quotidiano e di conseguenza alle partite. Era così nel mio Chelsea; eravamo competitivi ogni giorno tra di noi e avremmo urlato e rimproverato persino un nostro compagno se lo avessimo visto allenarsi a livelli non abbastanza alti. Era così quando eravamo al top, e dovrebbe essere sempre così. Se lo fai ogni giorno, se il gruppo è unito, se ci si incita a vicenda, allora così si costruisce una squadra vincente.

Come riassumeresti il tuo legame con il Chelsea?

Fa parte della mia vita perché è entrato nel mio cuore nel momento in cui ho firmato col club. Quando mi guardo indietro sono felice di ciò che sono riuscito a raggiungere con la squadra, tranne per il fatto che avremmo dovuto vincere più titoli in Premier League. Ecco perché voglio fare bene. Naturalmente voglio fare bene per me stesso e voglio migliorare ma allo stesso tempo voglio portare il club dove merita di stare.