Giovanni van Bronckhorst parla della finale di UEFA Europa League, dei suoi maestri e del segreto dei Rangers
giovedì 12 maggio 2022
Intro articolo
"Dobbiamo concentrarsi solo sulla nostra prestazione", commenta l'allenatore dei Rangers in vista della finale di UEFA Europa League contro l'Eintracht Frankfurt.
Contenuti top media

Corpo articolo
Giovanni van Bronckhorst, ex terzino sinistro, ha vinto due campionati con i Rangers prima di conquistare altri trofei con l'Arsenal e la UEFA Champions League con il Barcellona, ma la finale di UEFA Europa League potrebbe essere un successo ancora più straordinario.
Ingaggiato a novembre dopo la partenza di Steven Gerrard per l'Aston Villa, van Bronckhorst ha superato una serie di avversità con i Light Blues sino alla finale di Siviglia, dimenticando l'assenza per infortunio dell'attaccante Alfredo Morelos e guadagnando la possibilità di vincere il secondo trofeo internazionale del club dopo la Coppa delle Coppe del 1972. Il tecnico olandese racconta la sua avventura a UEFA.com.
Sull'Eintracht Frankfurt, avversario in finale
Abbiamo di fronte una squadra forte che ha giocato tante belle partite in Europa, anche contro avversarie blasonate, quindi dobbiamo prepararci per bene. È la terza squadra tedesca che affrontiamo quest'anno. Abbiamo giocato contro il Dortmund e il Lipsia, che hanno lo stesso stile di gioco ma un modulo un po' diverso.
L'Eintracht è abbastanza forte fisicamente, ha un buon ritmo in attacco e qualità in difesa. I suoi risultati in Europa sono stati fantastici, quindi sarà una finale emozionante. Dobbiamo sfruttare i nostri punti di forza, ma anche rispettare gli avversari perché hanno qualità. Soprattutto, dobbiamo difendere bene.
Dall'arrivo a novembre alla finale
È stato un momento d'orgoglio perché da giocatore o allenatore non ti capita di giocare molte finali europee, quindi sono fiero di essere qui insieme alla mia squadra. [Avendo giocato la finale di UEFA Champions League 2006 vinta dal Barcellona contro l'Arsenal per 2-] la cosa più importante è non farsi distrarre: alla fine si tratta di una partita 11 contro 11, con un arbitro e un pallone. L'unica differenza è la pressione, ma dobbiamo concentrarci solo sulla nostra prestazione ed è quello che stiamo facendo.
Le sue influenze da allenatore
Penso di aver imparato da ogni allenatore che ho avuto. Arsène [Wenger, Arsenal], Dick Advocaat, Guus Hiddink e Frank Rijkaard a livello di club, Louis van Gaal nella nazionale olandese. Negli ultimi tre o quattro anni della mia carriera ho ripensato molto a tutti gli allenatori che ho avuto e a come preparavano le partite, come ci allenavamo e quali esercizi facevamo; alla fine, ricordo tutte le tattiche che usavamo nelle squadre in cui ho giocato.
Sul terzino James Tavernier, capocannoniere del torneo
Anch'io ho giocato terzino. Ai miei tempi si intravedeva il cambiamento di questo ruolo, che diventava più offensivo rispetto a prima. Questa tendenza è aumentata ancora di più quando ho smesso di giocare.
Ora si vedono terzini di tanti tipi: fluidificanti, laterali di difesa o "quinti". James è un terzino che ha contribuito molto in attacco con i suoi assist e anche con i suoi gol, quindi sono davvero contento. Per un terzino, essere il capocannoniere dell'Europa League è fantastico.
Prepararsi per il grande giorno
I ragazzi hanno dimostrato di saper reggere la pressione nelle partite importanti, che in questa stagione sono state tante. Nella fase a eliminazione diretta, o la va o la spacca, e il carattere dei miei giocatori è stato eccezionale.
Saper vincere contro squadre così forti è bellissimo; abbiamo il carattere giusto per giocare la finale, ma anche le qualità e la convinzione. È questa la cosa più importante: avere la convinzione di poter vincere.