Solskjær parla di Emery, delle sfuriate e del destino
martedì 25 maggio 2021
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Il tecnico del Manchester United parla di numeri, della sua squadra e del collega che affronterà in finale di UEFA Europa League.
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Partiamo dal numero 26. Il suo compleanno è il 26 febbraio, la finale del '99 è stata giocata il 26 maggio, Sir Matt Busby è nato il 26 maggio, la finale di quest'anno è il 26 maggio. Crede nel destino?
Ole Gunnar Solskjær: il compleanno di mia moglie è il 26 e ci siamo sposati il 26, quindi devo crederci per forza! È un numero speciale per me e la mia famiglia. Devo prenderlo come un buon auspicio. Non sono superstizioso, ma mi sembra un buon segno.
Nelle ultime due stagioni è arrivato in semifinale di Europa League e ora in finale. Cos'ha imparato su questo torneo?
Solskjær: in Europa League giochi contro squadre che normalmente non affronti. Ci sono molti talenti e capisci ben presto che la differenza tra le squadre più forti e quelle per così dire di seconda linea non è così grande. Mi è sembrato di stare in Champions League. C'erano squadre spagnole, squadre italiane e abbiamo dovuto giocare il nostro calcio migliore.
Edinson Cavani è sottovalutato come bomber? Ha segnato o servito un assist ogni 31 minuti nel torneo!
Solskjær: all'inizio era infortunato e fuori condizione. Non giocava da sette mesi quando ha firmato con noi a ottobre, ma è stato meticoloso, professionale e concentrato.
Qualche mese fa ho avuto la sensazione che fosse giù di morale, perché non vedeva la famiglia a causa della pandemia. Abbiamo fatto una bella chiacchierata e ci siamo detti: "Concentriamoci sulla vittoria dell'Europa League e sul campionato, che dobbiamo finire bene".
Che cosa conosce di Unai Emery, che ha affrontato quando lei allenava il Molde e lui l'Arsenal?
Solskjær: è un vincente. Mi piace davvero come persona e abbiamo parlato a lungo dopo le partite. Che vinca o perda, ama passare del tempo con te e penso sia molto importante.
Ricordo il nostro primo incontro, quando lui era a Siviglia; loro ci hanno battuti 3-0, ma noi siamo riusciti a vincere in casa. Quello all'Arsenal è stato un periodo difficile per lui, ma con il Villarreal è tornato grande e lo si vede dalla squadra.
Marcus Rashford dice che lei ha cambiato la mentalità della squadra ed è riuscito sempre a farle superare le avversità. È vero?
Solskjær: io, i giocatori e lo staff abbiamo lavorato proprio su questo. Siamo onesti l'uno con l'altro e diciamo sempre cosa va bene e cosa no. Ogni tanto parte una sfuriata, ma il più delle volte rimango calmo.
Come sarà andare a Danzica per la finale, con tutti in giacca e cravatta?
Solskjær: non mi vanto mai, ma ovviamente sarà un un momento speciale. Devi essere orgoglioso di poter guidare il Manchester United in finale. È stato un viaggio fantastico e, come si dice in norvegese, veien er målet (l'obiettivo è il viaggio).