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Dimitri Payet parla delle semifinali di UEFA Europa Conference League e del gol capolavoro contro il PAOK

"È più una cosa che provi in allenamento, ma quella sera ero al posto giusto al momento giusto", commenta il capitano del Marsiglia in vista delle semifinali di Europa Conference League contro il Feyenoord.

Dimitri Payet in allenamento con il Marsiglia
Dimitri Payet in allenamento con il Marsiglia UEFA via Getty Images

La prima esperienza di Dimitri Payet in una finale europea non è stata positiva: l'esterno francese del Marsiglia è stato infatti sostituito per infortunio nel primo tempo della finale di UEFA Europa League del 2018 persa 3-0 contro l'Atlético. Quattro anni dopo, il giocatore (35 anni) potrebbe avere la possibilità di riscattarsi se l'OM dovesse battere il Feyenoord in semifinale e raggiungere la finale della prima edizione della UEFA Europa Conference League.

Da quando ha lasciato l'isola di Réunion per il Nantes, Payet ha vestito la maglia del Marsiglia in due periodi diversi, separati da un trasferimento di 18 mesi al West Ham. Tuttavia, dopo aver segnato uno dei più bei gol nella storia della UEFA Europa Conference League ai quarti di finale, spera di lasciare ai tifosi del Marsiglia un altro ricordo indimenticabile.

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La sfida contro il Feyenoord in semifinale

Highlights: PAOK - Marseille 0-1

Siamo preparati, dopo la trasferta in Grecia davanti a un pubblico caloroso come quello del PAOK. Ci aspettiamo una partita molto difficile e siamo sotto pressione perché dobbiamo vincere. Sta a noi affrontare questa gara come le altre: dobbiamo fare il nostro gioco e metterli in difficoltà il più possibile.

Se avrò la fortuna di giocare in finale, darò il massimo. L'obiettivo è questo: giocare due partite e poi la finale. Dobbiamo fare bene anche in campionato e provare a destreggiarci in entrambe le competizioni.

Le aspettative all'arrivo dal LOSC nel 2013

Highlights: Marseille - Qarabağ 3-1

Mi aspettavo di entrare in un grande club, il più grande club francese, con tutto ciò che ne consegue, ovvero le aspettative dei tifosi e la pressione quotidiana. Inoltre, dovevo guadagnarmi un posto in una squadra ben organizzata.

Ora mi rendo conto che le aspettative crescono con gli anni. I tifosi mi ricordano continuamente le singole partite, cosa succede a fine stagione e tante altre cose. C'è sempre qualcosa da dire sull'OM. Se vivi a Marsiglia, non puoi sottrarti a questa passione.

La scheda di Dimitri Payet

AFP via Getty Images

Data di nascita: 29 marzo 1987, Saint-Pierre, Réunion
Altezza: 1,75 m
Presenze/gol nelle competizioni UEFA per club: 62/14
Presenze/gol in nazionale:
138/8

La sua crescita del giocatore

Chi è il No10 perfetto per Dimitri Payet?

Negli ultimi 10-15 anni ne ho passate tante. Non credo che fossi bravo come oggi quando avevo 20 anni, perché non ero abbastanza esperto, maturo o astuto, ma sono cresciuto anche perché ho sbagliato. Ho commesso degli errori, sono caduto più volte e questo mi ha permesso di diventare più forte mentalmente, di essere più calmo e di affrontare le situazioni in modo diverso.

Non sono un capitano per natura. Ho indossato la fascia solo grazie al tempo e all'esperienza e la divido con Steve [Mandanda]. Sono più un leader in campo, ma parlo solo quando lo ritengo utile. Sono più come un fratello maggiore, do consigli. Abbiamo giovani molto forti e dobbiamo guidarli perché sono il nostro futuro.

Il gol spettacolare contro il PAOK

Lo spettacolare gol di Payet da tutte le angolazioni

Sinceramente, da quella posizione e da quella distanza non ci sono riuscito molte volte. È più una cosa che provi In allenamento o durante la rifinitura. Quella sera, però, ero nel posto giusto al momento giusto ed è andata bene. Potrei riprovarci altre 1000 volte, ma forse non entrerebbe. Sono contento perché è un gol che le persone ricorderanno e che contava.

Ne abbiamo parlato in spogliatoio. Ho tirato in scioltezza, come se fossi in allenamento, e forse il movimento è stato fluido proprio per questo. Non avrei potuto colpirla meglio. La palla rimbalzava e si è accomodata perfettamente sul sinistro. È stato un tiro difficile, ma l'ho fatto senza pressioni e credo di aver segnato proprio perché ero rilassato.

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