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Ferdinand gioca per la storia

Il difensore ha esortato il Manchester a "raccogliere a piene mani" l'opportunità di superare il Chelsea in finale di UEFA Champions League ed essere così incoronati campioni d'Europa.

Ferdinand gioca per la storia
Ferdinand gioca per la storia ©Getty Images

Rio Ferdinand ha esortato il Manchester United FC a "raccogliere a piene mani" l'opportunità di superare il Chelsea FC nella finale di UEFA Champions League ed essere così incoronati campioni d'Europa per la terza volta.

'Parte della storia'
Per un club che ha vinto 17 campionati inglesi, uno in meno del Liverpool FC, e ha vinto la Premier League nelle ultime due stagioni, lo score in Coppa dei Campioni si potrebbe addirittura considerare deludente - le vittorie sono arrivate nel lontano 1968 e nel 1999. In ogni caso Ferdinand - che dovrebbe giocare da capitano allo stadio Luzhniki - è sicuro del fatto che la storia del club sarà una motivazione in più per fare bene: "E' una fonte di ispirazione più che di pressione. Perché arriva dall'interno, e la pressione che tu eserciti su te stesso è sempre positiva. La storia è lì quando attraversi le porte di Old Trafford e l'allenatore è una vera ispirazione per noi. Vuoi fare bene e diventare parte dela storia del club; abbiamo una possibilità per far parte di quella storia anziché guardarla da lontano".

Prestazione decisiva
Con un trofeo stagionale già al sicuro, lo United potrebbe forse essere perdonato se dovesse affrontare la gara con più rilassatezza contro degli avversari che invece non festeggiano una vittoria del 2003/04, ma, con una vittoria casalinga a testa negli incontri diretti in campionato, Ferdinand sa che niente può essere dato per scontato. "Le due partite giocate durante la stagione non hanno alcun significato", ha detto. "Come si vede sempre in coppa, la forma conta poco. Non è una questione di forma, o di chi pensi sia la squadra migliore: dipende tutto dalla tua prestazione della giornata. Se la troviamo, allora il trofeo sarà nostro".

L'esperienza di Brown
Neanche il suo compagno di reparto Wes Brown crede che la sconfitta per 2-1 a Stamford Bridge del 26 aprile sia importante: "Una finale di coppa è completamente diversa; ci conosciamo bene e si deciderà tutto in 90 minuti. Non credo che il Chelsea sia in vantaggio perché ci ha battuti qualche settimana fa". Brown era in panchina in occasione della finale del 1999 e dovrebbe essere l'unico giocatore di Manchester nella formazione titolare a Mosca. "E' fantastico per me. Ero in panchina nel '99, è stata una grande esperienza ma sentirsi coinvolto in tutto il cammino fino alla finale è ancora meglio. Tutta la mia famiglia e i miei amici non vedono l'ora che inizi la partita, almeno quanto me".

Routine
Il calcio d'inizio fissato alle 22.45 locali è sicuramente una nuova esperienza per entrambe le squadre, ma per Ferdinand non ci sono problemi: "Saremmo stati pronti anche alle 4 di mattina". Il Manchester non ha giocato da quando ha vinto il campionato l'11 maggio e ha quindi avuto tutto il tempo necessario per prepararsi al meglio per la sua terza finale di Coppa dei Campioni, anche se Ferdinand preferisce non cambiare molto rispetto alle solite partite. "L'approccio deve essere lo stesso. Se dovessimo cambiare il modo di prepararci, sarebbe a nostro discapito. Dobbiamo arrivare alla partita nel modo giusto. Sarà anche un cliché, ma questa è roba da sogno. Queste occasioni non arrivano ogni fine-settimana nella carriera di un calciatore e quando si presentano devi essere pronto ad afferrarle con entrambe le mani".

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