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Deschamps suona la carica

Il Monaco attende la visita del Betis, per l'ex juventino non esistono alternative alla vittoria.

Didier Deschamps ha una grande esperienza in fatto di gioie e delusioni nella UEFA Champions League. Ha vinto due finali e ne ha perse quattro, ma per quante siano state le emozioni che la competizione gli ha riservato, niente sarebbe servito a lenire il dispiacere per la sconfitta riportata due settimane fa contro il Real Betis Balompié.

La delusione di Deschamps
Il Monaco aveva resistito ai continui attacchi del Betis riuscendo a prendere in mano le redini nel gioco nell’ultima mezz’ora. A pochi secondi dal termine, però, è arrivato il gol di Edu. “Il gol ha cancellato quello di buono che avevamo fatto”, ha dichiarato un contrariato Deschamps dopo la sconfitta per 1-0 subita nell’andata del terzo turno preliminare.

'Senso di grande frustrazione'
Il tecnico 36enne ha lasciato il calcio giocato quattro anni fa, ma non si è ancora completamente abituato alla vita in panchina. Non è facile osservare gli eventi da bordo campo senza possibilità di intervenire dopo 16 anni trascorsi nel vivo dell’azione. “Ora vedo le cose in maniera diversa – ha confidato Deschamps a uefa.com -. Si prova un senso di impotenza e frustrazione perché non si ha più lo sfogo fisico. Alla fine della partita si è accumulata una grossa tensione nervosa. Ora non siamo più dei calciatori. Non abbiamo la prospettiva che si ha dal campo. Gli allenatori dipendono dai loro giocatori”.

'Un ambiente sereno'
Deschamps ha appreso i segreti di questa attività da colleghi del calibro di Raynald Denoueix, Coco Suaudeau, Raymond Goethals, Marcello Lippi e Aimé Jacquet, ma ha dovuto faticare non poco per imporre il suo stile al Monaco. “La loro esperienza mi è stata di grande aiuto, ma bisogna sempre mantenere la propria personalità, adattarsi, avere un buon carattere e saper creare un ambiente sereno all’interno del quale poter lavorare”.

'Una questione importante'
I suoi metodi hanno dato dei frutti con la conquista della Coppa di Lega francese nel 2003, il suo primo trofeo da allenatore, e poi, nel 2004, quando ha condotto il Monaco alla finale di Champions League. La mancata qualificazione per la fase a gironi di quest’anno sarebbe un colpo tremendo per una squadra abituata a frequentare i piani alti del calcio europeo. “I giocatori sono consapevoli di quanto sia importante, sia per questioni finanziarie che sportive”, ha detto.

'Prima vittoria'
Nel 1993 Deschamps ha vinto la competizione più importante con l’Olympique de Marseille e, tre anni dopo, con la Juventus FC. Nel 2001 è andato vicino a ripetere l’impresa con il Valencia CF, opposto in finale all’FC Bayern München. “Con la Juventus è stato bellissimo, ma con il Marsiglia, primo club francese a vincere il trofeo, è stato un evento importante”, ha ricordato.

'Folle gioia'
“Provammo una grande e, soprattutto, folle gioia, perché avevamo battuto il grande favorito, l’(AC) Milan. Il momento più brutto è stato la finale con il Valencia. Stavo in panchina e abbiamo perso ai rigori. Sapevo che sarebbe stata l’ultima partita della mia carriera – ha proseguito -. Le finali sono belle solo se le vinci”.

Ha vinto più di tutti
In quanto a vittorie Deschamps può essere considerato un esperto, avendo vinto praticamente tutto sia a livello di club che di nazionale. Da giocatore ha collezionato più trofei di qualsiasi altro calciatore francese, mentre da allenatore si impegna molto per trasmettere la propria voglia di vincere ai suoi giocatori.

Con la testa a Siviglia
L’inizio di stagione del Monaco non è stato digerito con facilità. “Stiamo già con la testa a Siviglia? – si è chiesto Deschamps dopo la sconfitta per 1-0 rimediata sabato contro l’FC Girondins de Bordeaux, la seconda del Monaco dopo quattro giornate di Ligue 1 -. Di sicuro non ce l’avevamo a Bordeaux”.

Nuovi arrivi
In questa estate Deschamps ha dato molta importanza all’inserimento di giovani promesse del calcio francese, ma i nuovi arrivi hanno avuto bisogno di un po’ di tempo per ambientarsi. Camel Meriem è probabilmente il più interessante tra i neoacquisti e ci si attende molto da questo regista 25enne, al quale è stata assegnata la maglia No.21, lo stesso numero di Zinedine Zidane alla Juventus. “Se seguirà le sue orme avrà un grande futuro davanti a sé”, ha dichiarato Deschamps. E lo stesso si può dire per il Monaco. Ma con il Betis già in città adesso bisogna solo pensare al presente.

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