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Godin: la difesa, Conte e l'Italia...

Diego Godin torna in Spagna, dove ha trascorso le ultime 12 stagioni, per sfidare ii Barcellona al Camp Nou. UEFA.com ha incontrato uno dei pilastri della nuova difesa dell'Inter.

Dopo 12 stagione trascorse in Spagna, 3 con la maglia del Villarreal e 9 con quella dell'Atlético Madrid, Diego Godin si è trasferito in Italia in estate approdando nella nuova Inter di Antonio Conte. UEFA.com ha incontrato il difensore uruguaiano prima della seconda giornata di UEFA Champions League, quando Godin tornerà in terra iberica per sfidare il Barcellona al Camp Nou.

In una competizione come la UEFA Champions League, come dovete difendere tu e i tuoi compagni dell’Inter per vincere?

Come ho detto prima, quello che vale in Champions League vale per qualsiasi altra competizione... Finora ho imparato e ho visto che, per poter fare bene, bisogna essere una squadra e sapere cosa significa essere una squadra.
Tutti i giocatori devono impegnarsi a difendere su ogni pallone e a fare tutto quello che serve dal punto di vista difensivo. Dobbiamo sapere come muoverci quando non abbiamo la palla per aiutare i compagni, difendere e riconquistare il pallone.
Tutti e 11 i giocatori devono impegnarsi così… È fondamentale, sia in partita che per raggiungere i propri obiettivi calcistici.

Finora gli allenamenti non sono stati molti e la stagione è appena iniziata. Che cosa hai imparato da Antonio Conte?

Impariamo ogni giorno. È un processo quotidiano, soprattutto perché per noi è un allenatore nuovo. Per ora siamo in una fase di adattamento e sviluppo.
Il mister ci comunica i suoi concetti, ci fa capire come vuole che giochiamo, come deve lavorare la squadra e la sua mentalità. Ci trasmette anche la sua passione, ovvero il suo modo di vivere la vita e il calcio: anche questa è una parte molto importante.
Non solo ci spiega i suoi concetti tattici, ma anche il suo modo di “sentire” il calcio, che ha la stessa importanza. E noi impariamo. Non posso fare esempi particolari, ma stiamo imparando molto.

Volevo chiederti proprio questo. Essendo un difensore, hai avuto la possibilità di venire a giocare in Italia, che è nota per l’importanza che dà alla fase difensiva. Questo ti ha motivato ancora di più a venire all’Inter?

Sì, forse, ma non era l’unico motivo. È vero, però, che sono più adatto al calcio italiano che a quello inglese, anche per le sue caratteristiche e per il modo di vivere il calcio.
Dal punto di vista culturale, Italia e Spagna sono più simili rispetto all’Inghilterra. Ed è anche vero che siamo più simili come mentalità calcistica e per la passione dei tifosi.