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Figura cult: Charlie George

Amato da tutte le tifoserie per cui ha giocato, nessuno ha mai venerato Charlie George come i supporter dell'Arsenal, squadra per cui tifava quando era bambino.

Charlie George in gol con l'Arsenal ad Highbury
Charlie George in gol con l'Arsenal ad Highbury ©Getty Images

Ragazzo della Londra del nord, che ha vissuto il sogno di giocare per la squadra per cui tifava da ragazzo, Charlie George fece il suo debutto con la maglia dell'Arsenal FC nel 1969 a 18 anni con l'etichetta di predestinato. Dall'iniziale ruolo di attaccante, Charlie George si trasformò in centrocampista col vizio del gol, segnando 49 reti in 179 partite.

Alto, magro e reattivo, Geroge aveva un eccezionale controllo di palla e visione di gioco. "Vedergli ricevere il pallone in mezzo a un nuvolo di difensori, e superarli con l'abilità di Houdini, è incantevole", raccontava Brian Glanville al 'Sunday Times'.

La rete che fece entrare George nella leggenda fu quella della finale di FA Cup del 1971 contro il Liverpool FC. Col risultato ancora inchiodato sull'1-1 ai tempi supplementari, nonostante la fatica, il 20enne londinese scagliò un siluro da 20 metri che permise all'Arsenal di vincere la prima doppietta (campionato e coppa). La sua reazione al gol riassume quel mix di gioia e fatica di quell'attimo: George si gettò per terra, gambe aperte e braccia tese sopra la testa, in attesa di essere festeggiato dai compagni - una delle immagini che hanno segnato un'era.

Quattro mesi dopo, l'Arsenal debuttò nella Coppa dei Campioni con un 3-1 fuori casa sullo Strømsgodset IF, in Norvegia. George disputò cinque delle sei partite, segnando una sola rete nella vittoria interna per 3-0 contro il Grasshopper Club, prima che i Gunners vennero sconfitti dai futuri campioni d'Europa dell'AFC Ajax nei quarti di finale.

I tifosi della North Bank adoravano George come se fosse uno di loro. Dopo la vittoria sul Liverpool, ricorda di avere trovato un pork pie (tortino con carne di maiale) nel bagno della squadra, poco prima di prendere il bus che lo riportava a casa insieme ai tifosi. Idolatrato per il suo fascino e individualismo - le spille "I love Charlie George" andavano tutte esaurite -, era l'oggetto del desiderio delle ragazze dell'epoca.

Personaggio dal carattere ribelle che semplicemente faceva quello che riteneva giusto, George si scontrò spesso con il suo manager, Bertie Mee, che voleva da lui un maggiore impegno. I continui infortuni non fecero che peggiorare la situazione, e nel 1975, George venne venduto al Derby County FC, che aveva vinto appena un titolo in Inghilterra. Nell'ottobre del 1975, mise a segno una tripletta nella vittoria contro il Real Madrid CF per 4-1 nella Coppa dei Campioni. Sfortunatamente per George - e per il Derby - i Blancos vinsero il ritorno per 5-1.

Questo è un estratto di un articolo pubblicato nell'ultimo approfondimento del Champions Matchday, la rivista ufficiale della UEFA Champions League. Champions Matchday è disponibile in cartaceo e in formato digitale. I primi tre numeri sono gratuiti. È possibile seguire la rivista su Twitter attraverso @ChampionsMag.