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Kehl e il risveglio del gigante

Sebastian Kehl ha vissuto anche momenti difficili in 12 anni al Borussia Dortmund, ma sabato prossimo a Wembley è pronto a guidare da capitano la sua squadra nella finale di UEFA Champions League.

Kehl e il risveglio del gigante
Kehl e il risveglio del gigante ©Getty Images

Sebastian Kehl ha vissuto anche momenti difficili in 12 anni al Borussia Dortmund, ma la prossima settimana guiderà da capitano la sua squadra nella finale di UEFA Champions League a Wembley, convinto che "il gigante addormentato" si è finalmente svegliato.

Sbarcato a Dortmund nel 2001 dall'SC Freiburg, Kehl diventa subito campione di Germania, ma alcuni problemi finanziari della società capovolgono il destino dei gialloneri, che nel 2006/07 retrocedono clamorosamente. Con l'arrivo sulla panchina di Jürgen Klopp nel 2008, il Dortmund risorge e Kehl, da capitano, conquista due titoli di Bundesliga. E ora l'opportunità di alzare al cielo il trofeo più prestigioso d'Europa. 

"Il termine gigante addormentato si addice perfettamente - ha detto il centrocampista -. Abbiamo attraversato momenti difficili. Ho sempre creduto nella forza di questo club e negli ultimi tre anni siamo stati una vera e propria sorpresa. Abbiamo offerto prestazioni di notevole valore in un così breve spazio di tempo. Il BVB è diventato il secondo grande punto di riferimento in Germania".

Il primo grande faro è, naturalmente, il Bayern. Il club di Monaco di Baviera, usurpato del titolo per due stagioni di fila, si è preso quest'anno la rivincita conquistando meritatamente il successo finale in Bundesliga. 

"Sia io che la squadra crediamo fermamente di poter battere il Bayern - ha affermato il 33enne -. Non abbiamo ancora perso contro di loro in Bundesliga. Questo dimostra che il nostro modo di giocare può metterli in difficoltà". 

Vero artefice della vertiginosa ascesa del Dortmund - secondo Kehl - è il carismatico tecnico Klopp: "Jürgen è un allenatore fantastico, che ha trasformato molte cose qui. Dal primo giorno ha fatto capire la sua idea di calcio".

"Il nostro gioco è cambiato. Voglia di correre e passione: questa la mentalità che ha trasmesso. Ora abbiamo anche una filosofia diversa, con molti giovani giocatori di talento destinati a fare grandi cose. La combinazione tra allenatore e giocatori è determinante".