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Bayern, buona la terza?

Dopo le cocenti delusioni del 2010 e 2012 il Bayern questa vuolta non vuole fallire l'obiettivo. UEFA.com analizza le lezioni imparate dalle sconfitte contro Inter e Chelsea.

Bayern, buona la terza?
Bayern, buona la terza? ©AFP/Getty Images

Perdere una finale di UEFA Champions League fa male. Perderla due volte in tre anni, i tifosi e i calciatori dell'FC Bayern München ne sanno qualcosa, è ancora più doloroso. Difficilmente una sconfitta per mano del Borussia Dortmund a Wembley lascerebbe una ferita più profonda di quella lasciata dalla finale di Monaco nel 2012, tuttavia per evitare lo sconforto derivante da una sconfitta in un derby tedesco, occorre fare tesoro delle precedenti finali perse contro FC Internazionale Milano e Chelsea FC.

L'aspetto più importante, sul quale il Bayern è corso ai ripari la scorsa estate, è avere a disposizione una rosa ampia. Contro Inter e Chelsea, il Bayern aveva opzioni limitate in panchina. Questa volta il tecnico Jupp Heynckes avrà alternative del calibro di Xherdan Shaqiri, Claudio Pizarro e Mario Gomez. E per un cambio difensivo Luiz Gustavo, che avrebbe giocato titolare la finale dello scorso anno se non fosse stato squalificato. Le prestazioni del centrocampista non sono calate, ma è aumentata sensibilmente la qualità e la concorrenza nella rosa del Bayern e Gustavo è diventato una seconda scelta.

Tatticamente, molto va appreso dalla finale del 2010. Il Bayer ha assunto l'iniziativa contro l'Inter, ma non è stato concreto e ha finito per essere trafitto su due contropiedi. I pericoli che il Borussia pone in contropiede non possono certamente essere ignorati, e così come il Bayern non è riuscito a tenere sotto controllo Diego Milito per 90 minuti a Madrid tre anni fa, di sicuro non potrà tenere a bada Robert Lewandowski per tutta la partita. Detto questo, la squadra di Heynckes è molto più flessibile, più imprevedibile e più determinata di quella del 2010. Se dovesse passare in svantaggio, dovrebbe essere in grado di reagire meglio.

Eppure la delusione del Santiago Bernabéu è poca roba rispetto allo sconforto della finale persa in casa la scorsa stagione. E' sufficiente citare la data del 19 maggio 2012 per fare accapponare la pelle ai tifosi del Bayern. I calciatori, in una certa misura, dovrebbero comunque avere smaltito la delusione. "E' impossibile non ripensare a quel giorno, soprattutto perché giocavamo in casa – ammette Bastian Schweinsteiger -. Ma ci ha anche dato grandi motivazioni per questa edizione della Champions League". L'affermazione di Schweinsteiger va dritto al punto. Se il Bayern ha guadagnato qualcosa da quella gara contro il Chelsea, è la voglia di riprovarci.

In vista della partita più importante dell'anno, il Bayern ha anche altri motivi per avere fame di successo. La finale di Coppa di Germania della scorsa stagione è il riferimento migliore per la gara di Londra in quando la netta vittoria del Borussia per 5-2 è un ricordo ancora fresco nella memoria dei bavaresi. Quella partita, come la prossima finale di Wembley, è stata giocata in campo neutro e, conoscendo la meticolosità con la quale Heynckes prepare le partite, è molto probabile che analizzerà gli errori commessi dalla sua squadra a Berlino. La conoscenza del gioco del Borussia, in particolare la sua capacità di ribaltare l'azione da difensiva a offensiva, è tale che il Bayern difficilmente cadrà in trappola.

Per quanto dolorose siano state le sconfitte nel 2010 e 2012, dal punto di vista psicologico potrebbero giocare suo favore. Sono spesso gli episodi o la gestione della tensione a decidere gare del genere. Schweinsteiger, Philipp Lahm e compagni hanno fatto i conti con questa seconda variabile in passato, mentre per i vari İlkay Gündoğan e Marco Reus la vigilia di una finale sarà una nuova esperienza.

Per contro, il Bayern corre il rischio di eccedere nelle analisi contro un Borussia libero da questa zavorra mentale. In ogni caso, tutte le congetture, le teorie, e i fantasmi del 2010 e 2012, lasceranno spazio al campo alle ore 20.45CET del 25 maggio.

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