Mauricio Pochettino: Parigi, Barcellona... e un mondo migliore
domenica 14 febbraio 2021
Intro articolo
"Dobbiamo sempre credere nei giocatori", commenta filosoficamente il tecnico del Paris Saint-Germain prima della sfida contro il Barça.
Contenuti top media
Corpo articolo
Sono passati 20 anni da quando Mauricio Pochettino è approdato al Paris Saint-Germain dall'Espanyol, l'altra squadra di Barcellona. Ora, l'ex difensore centrale torna in Catalogna da allenatore per affrontare il Barça agli ottavi di UEFA Champions League.
Il tecnico argentino, 48 anni, ha raggiunto la finale di UEFA Champions League del 2019 con il Tottenham. A UEFA.com, parla del suo primo periodo nella capitale francese, del Barcellona di Ronald Koeman e di come il COVID-19 ha cambiato il mondo.
Gli anni a Parigi: 2001-2003
I giocatori famosi erano altri, come Jay-Jay Okocha, [Nicolas] Anelka e Ronaldinho. Io non lo ero così tanto quando sono arrivato al PSG, ma gli argentini sono sempre competitivi e hanno personalità. Per questo, sono riuscito a instaurare subito un buon rapporto con tutto il club e i compagni.
Ero un giocatore abbastanza aggressivo, che dava battaglia. Non ero molto tecnico, ma avevo una buona mentalità, mentre il resto della squadra era ricca di talento. Allo stesso tempo, il club stava attraversando un periodo di incertezza e instabilità. Era un peccato non avere un progetto solido per sfruttare al massimo tutti quei campioni e fare grandi cose.
Sulle prospettive del Paris contro il Barcellona
[Raggiungendo la finale di UEFA Champions League 2020] il PSG ha avuto la possibilità di fare qualcosa che sognava da 50 anni, ma ora abbiamo un'altra opportunità. Dobbiamo andare avanti un passo alla volta e ricordarci che sarà difficile. Per prima cosa dovremo affrontare il Barcellona.
Quando è arrivato Ronald [Koeman], ho assistito all'intera evoluzione del Barcellona, all'inizio da casa mia a Londra. È chiaro che la squadra sta entrando in una nuova fase, un nuovo capitolo. Ronald ha iniziato a lavorare per avere i massimi risultati. Dopo sette mesi, ha messo in pratica le sue idee e la squadra sa cosa si aspetta.
Vedo una squadra solida, con idee chiare e giocatori fantastici. Il Barcellona sa competere ed è costruito per vincere, proprio come il PSG.
Ovviamente a noi servono idee chiare su come attaccare e fermare il Barcellona, ma sono sicuro che i ragazzi lavoreranno nel miglior modo possibile e faranno risultato.
Naturalmente abbiamo bisogno di moduli e idee chiare su come attaccare e come impedire al Barcellona di farci male. Ma abbiamo fiducia nei giocatori e sappiamo che faranno il loro lavoro nel miglior modo possibile per ottenere un risultato positivo.
La ripresa dopo il COVID-19
Durante il lockdown ho passato molto tempo a pensare, ma sono una persona ottimista. Guardo sempre al futuro, cercando però di godermi anche il presente. Forse si tratta proprio di lavorare nel presente per il futuro, con la stessa responsabilità di sempre. Dobbiamo dare un'altra chance alla vita, provare a goderci le cose un po' di più, o magari con più intensità.
Anche se non è stato un bel periodo, la mia esperienza con il COVID mi ha insegnato a essere una persona migliore, a pensare di più agli altri e ad essere responsabile, perché dobbiamo lasciare un mondo migliore ai nostri figli e nipoti. Dobbiamo prenderci le nostre responsabilità per le persone intorno a noi, i nostri figli e nipoti, e speriamo in un mondo migliore.