Il Jeunesse d'Esch sfida i pronostici
Lunedì, 19 luglio 2010
Intro articolo
Se la squadra di Jacques Muller dovesse ribaltare l'1-0 subito contro l'AIK nell'andata del secondo turno preliminare di UEFA Champions League, raggiungerebbe un traguardo inedito per il calcio lussemburghese.
Contenuti top media
Corpo articolo
Se l'AS La Jeunesse d'Esch dovesse ribaltare l'1-0 subito contro l'AIK al secondo turno di qualificazione di UEFA Champions League, spezzerebbe un incantesimo lungo 46 anni e raggiungerebbe un traguardo inedito per il calcio lussemburghese.
In Europa, il Jeunesse d'Esch non vince una sfida in due partite dal 1963/64, anno in cui eliminò l'FC Haka nel turno preliminare della Coppa dei Campioni. Nonostante la recente sconfitta per 1-0 a Stoccolma, la squadra di Jacques Muller ha ancora qualche possibilità, come conferma l'allenatore.
"Abbiamo giocato una buona partita. Non solo tatticamente, perché a livello fisico siamo stati all'altezza e abbiamo anche creato qualche occasione - spiega Muller, che ha saputo tenere a bada gli svedesi schierando un 4-5-1 -. Se giochiamo come all'andata possiamo ancora qualificarci".
In caso di qualificazione, il Jeunesse d'Esch diventerebbe la prima squadra del Granducato a raggiungere il terzo turno di qualificazione della competizione europea più prestigiosa. Prima, però, sarà necessario ribaltare l'1-0, siglato da Pontus Engblom su errore difensivo di Thomas Fullenwarth.
"Non ho sbagliato perché ero nervoso: è stato semplicemente un errore tecnico, di quelli che si vedono continuamente", dichiara Fullenwarth, ansioso di riscattarsi. Il 23enne centrocampista troverà sicuramente conforto nelle parole del suo allenatore, che spiega: "Non posso essere troppo duro con Thomas. È stato solo un calo di concentrazione, può succedere".
Fullenwarth aggiunge: "Dobbiamo giocare esattamente come all'andata. Fino al mio errore stava andando tutto bene. Sembrava che fossimo in grado di chiudere il Solna in difesa, quindi proveremo a ripeterci".
Il centrocampista crede nell'impresa e trova un alleato in più: il terreno di gioco del Jeunesse d'Esch: "Il nostro campo è un po' più piccolo - conclude -. Avranno meno spazio per far girare la palla. Chiuderemo ogni varco e proveremo a sfruttare il contropiede e i calci piazzati. Tutto è ancora possibile".