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Emozione San Siro per Honda

Il giapponese del CSKA Mosca parla con UEFA.com della sfida contro l'Inter in uno stadio in cui ha sempre sognato di giocare: "L'emozione però non aiuta a vincere, nerazzurri tanta qualità anche senza Ibrahimović".

Emozione San Siro per Honda
Emozione San Siro per Honda ©UEFA.com

Keisuke Honda è stato protagonista di un ottimo inizio al PFC CSKA Moskva dopo il suo arrivo dal VVV Venlo a gennaio. Fra i suoi tre gol in sei partite, il più importante è stato quello contro il Sevilla FC nell'ultima gara di UEFA Champions League, che è valso una sfida contro l'FC Internazionale Milano in uno degli stadi in cui ha sognato di giocare fin da bambino: San Siro.

UEFA.com: Che cosa serve al CSKA per battere l'Inter?

Keisuke Honda: Per noi sarà fondamentale restare concentrati e controllare l'emozione, che c'è sempre quando si affronta una squadra più forte. Dobbiamo avere lo stesso atteggiamento che abbiamo avuto contro il Siviglia.

UEFA.com: Il CSKA partecipa per la prima volta ai quarti di finale di Champions League. Che cosa significa per i tifosi, i giocatori e il club?

Honda: In Russia non vedono l'ora che arrivi la partita, perché è la prima volta che una squadra della nazione arriva così lontano [nell'era della UEFA Champions League]. Ma io non mi faccio coinvolgere troppo e guardo già oltre la partita, sperando che il nostro gioco possa migliorare. Siamo una squadra in crescita, ma non siamo soddisfatti delle ultime prestazioni. Se alziamo il tiro, i tifosi russi e giapponesi vedranno una squadra più matura.

UEFA.com: Come sarà giocare a San Siro?

Honda: San Siro è lo stadio di una delle squadre che ho sempre guardato fin da bambino, ma non posso pensarla così. L'emozione c'è, ma non è un sentimento che ti fa vincere. Dobbiamo prepararci per la partita anche sotto questo aspetto.

UEFA.com: Chi sono i giocatori più pericolosi dell'Inter?

Honda: La scorsa stagione era sicuramente [Zlatan] Ibrahimović, mentre quest'anno ce ne sono diversi che giocano nelle rispettive nazionali. L'Inter non dipende da un solo giocatore e, anche se dovessimo riuscire a tenere a bada gli attaccanti, i pericoli potranno arrivare anche dai centrocampisti.

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