UEFA.com funziona meglio su altri browser
Per la migliore esperienza possibile, consigliamo Chrome, Firefox or Microsoft Edge.

La transizione dal campo alla panchina secondo Italia e Belgio

Italia e Belgio si sono sfidate nei quarti di finale di EURO 2020, ma quando si tratta di trasformare i giocatori in allenatori, i due paesi hanno molto in comune.

Quando Belgio e Italia si sono sfidate nei quarti di finale di EURO 2020 venerdì sera a Monaco di Baviera, sono state due delle squadre migliori della competizione a confrontarsi, entrambe guidate da Ct lungimiranti: Roberto Mancini e Roberto Martínez.

Entrambi ex calciatori professionisti, i due hanno avuto carriere diverse. Lo spagnolo Martinez ha trascorso gran parte della sua carriera nelle serie minori in Inghilterra, mentre Mancini è stato uno dei giocatori di spicco di una generazione di grandi talenti italiani. Nella sua bacheca spiccano sia il titolo di Serie A che la Coppa delle Coppe UEFA, vinta sia con la Sampdoria che con la Lazio.

Ciò che li accomuna è la trasformazione in allenatori avvenuta subito dopo la fine delle rispettive carriere da giocatori, imparando sul campo i trucchi del mestiere e acquisendo nel contempo le qualifiche necessarie per allenare.

Leggi la versione completa di questo articolo su UEFA Direct online

Facilitare il passaggio

Nel 2021, per aiutare i migliori giocatori nel passaggio all'attività di allenatori e per incoraggiare un sempre maggior numero di talenti a rimanere nel mondo del calcio, la Convenzione Allenatori UEFA permette alle federazioni nazionali di offrire un corso specifico per professionisti di lungo corso che comprende i contenuti dei corsi di diploma UEFA B e UEFA A.

"Termini e le condizioni" dei due corsi combinati stabiliscono 240 ore di formazione basate sul corso completo del diploma A più i moduli del corso B, con una divisione 50-50 tra l'apprendimento fuori dal campo e le unità pratiche basate sulla realtà del campo.

Per poter partecipare al corso, i candidati devono aver disputato almeno sette stagioni complete nella massima divisione di un campionato di una federazione affiliata alla UEFA o alla FIFA. Alcuni paesi sono stati rapidi, come l'Italia ad esempio, che è già alla quarta edizione del corso combinato A + B per ex professionisti. Il Belgio invece ha adottati una soluzione diversa, offrendo un corso di diploma B per i giocatori attualmente attivi nella squadra nazionale durante i periodi in cui sono impegnati con la nazionale stessa.

Quali corsi UEFA per allenatori puoi frequentare?

L'esempio dell'Italia

Anche se molti parlano positivamente dei vantaggi di iniziare la formazione da allenatore mentre si è ancora in attività, una delle realtà del gioco odierno è che i carichi di lavoro sostenuti dai professionisti di alto livello rendono difficile conciliare l'attività da calciatore con la formazione da allenatore. L'Italia è stata una delle prime a capire che un corso combinato UEFA A + B potrebbe accelerare le transizioni e accorciare gli intervalli tra la fine della carriera sul campo e l'inizio di quella in panchina.

 Fabio Cannavaro è tra i giocatori ex campioni del mondo che hanno seguito i corsi  UEFA con la FIGC
Fabio Cannavaro è tra i giocatori ex campioni del mondo che hanno seguito i corsi UEFA con la FIGCGetty Images

Già nel 2012, la Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC) ha organizzato un corso a cui hanno partecipato dieci dei giocatori che erano diventati campioni del mondo nel 2006, tra cui Fabio Cannavaro, Gennaro Gattuso, Filippo Inzaghi, Marco Materazzi, Alessandro Nesta e Gianluca Zambrotta. Luca Toni e Morgan De Sanctis erano tra i nomi noti al secondo corso nel 2017; Thiago Motta e Andrea Pirlo atra i protagonisti del terzo nel 2018. Tra coloro che sono attualmente impegnati nel quarto corso spiccano i nomi di Alessandro Del Piero, Daniele De Rossi, Riccardo Montolivo e Christian Vieri.

"Analizzare gli argomenti in maniera approfondita e confrontarsi con gli altri studenti sono le cose più belle del corso", ha spiegato il loro collega Federico Balzaretti, ex terzino e finalista con l'Italia a EURO 2012. "Così come materie quali la psicologia e l'analisi dei dati, in cui ho meno competenze, ma che sono molto importanti per un allenatore. Mi piace molto anche la terminologia: come allenatore devi saper comunicare in maniera efficace con i tuoi giocatori".

Andrea Pirlo, in un'intervista per la rivista della FIGC dedicata alla formazione degli allenatori, ha dichiarato: "Quando studi per diventare allenatore, apri la mente e inizi a pensare a soluzioni che prima, da giocatore, non prendevi in considerazione".

Renzo Ulivieri, responsabile per la formazione degli allenatori italiani, riconosce che i corsi richiedono un approccio diverso. "Nel corso combinato UEFA B e A, possiamo evitare di trattare alcuni degli aspetti tecnici che abbiamo in altri corsi", ha spiegato. "Dopo tutto, abbiamo a che fare con grandi ex calciatori professionisti, che conoscono perfettamente i dettagli della tecnica. Quello che dobbiamo insegnare loro invece è come correggere gli altri giocatori, sfruttando il vantaggio del proprio bagaglio tecnico. Non sarebbero grandi giocatori se non fossero in possesso di un'eccellente tecnica calcistica, ma insegnare è completamente diverso. Dobbiamo insegnare loro come insegnare".

La via belga

Il Ct del Belgio Roberto Martinez e Kevin De Bruyne discutono durante una seduta di allenamento
Il Ct del Belgio Roberto Martinez e Kevin De Bruyne discutono durante una seduta di allenamentoAFP/Getty Images

Il corso belga è unico, in quanto permette ai partecipanti di acquisire i requisiti richiesti dalla Convenzione Allenatori UEFA sfruttando i periodi in cui i Diavoli Rossi si radunano per gli impegni della nazionale. Un progetto parallelo è stato creato per i membri della squadra femminile (sia per le calciatrici che per le ex calciatrici), un'altra iniziativa innovativa.

L'utilizzo di tempo prezioso durante i raduni richiede evidentemente pieno sostegno da parte del Ct della nazionale - e Martínez ha offerto tutto il suo appoggio.

"Il calcio belga ha prodotto una vera e propria generazione d'oro", ha spiegato. "Diventare i numeri uno al mondo regala sensazioni uniche. Il nostro obiettivo ora è formare questi giocatori affinché estendano la loro influenza sul calcio belga anche una volta terminata la loro carriera sul campo. Non vogliamo perderli nel momento in cui si ritirano. Vogliamo offrire loro l'opportunità di fare la transizione dal campo alla panchina nel modo più agevole possibile. Così, all'interno della RBFA, abbiamo ideato un piano per creare un nuovo percorso".

In occasione di ogni raduno della nazionale, una giornata viene dedicata alle attività del corso - che coinvolgono i giocatori infortunati o non selezionati.

Ai partecipanti vengono fornite attività da svolgere online e vengono proposte date alternative per frequentare le sessioni nel centro di formazione nazionale di Tubize. Martínez ammette di essere sorpreso dalla risposta dei giocatori.

Roberto Martínez, Ct Belgio

"Nel 2018 ho iniziato a chiedere ai giocatori se fossero interessati a questo tipo di corso. Non ho cercato di convincerli o di fare pressioni - ho solo chiesto se avrebbero voluto partecipare. Pensavo che forse una decina potesse essere interessata, quindi è stata una sorpresa ricevere 23 adesioni. Inoltre, molti ex nazionali ci hanno fatto sapere che avrebbero voluto avere un'opportunità come questa".

"Giocatori come Romelu Lukaku, Jan Vertonghen, Kevin De Bruyne... appartengono alla stessa generazione, ma all'interno di quest'ultima c'è una vasta gamma di età e livelli di esperienza. E poi giocano nei migliori club in Inghilterra, Spagna, Germania, Portogallo, Italia, quindi arrivano al corso da diverse culture calcistiche e da diversi spogliatoi. Frequentare il corso per allenatori significa confrontarsi non solo come giocatori e questo aggiunge una nuova dimensione al gruppo".

"L'altro aspetto molto importante è che i partecipanti iniziano a pensare come allenatori. Da giocatore tendi a concentrarti sui dettagli della tua prestazione, ma quando inizi a guardare con gli occhi dell'allenatore sei portato ad allargare i tuoi orizzonti e a pensare di più alle altre componenti del gioco. Oltre agli aspetti tecnici e tattici che studiano, i giocatori prendono confidenza con le questioni organizzative e con un approccio strutturato attraverso la periodizzazione tattica e così via. Ancora più importante, pensare come un allenatore contribuisce ad aumentare la loro autorevolezza e a migliorare Leadership e processo decisionale. Tutto questo, come ho detto, lo portano con sé nei rispettivi club. Sono convinto che sia molto meglio così piuttosto che iniziare il percorso per diventare allenatori dopo il ritiro".

Il primo gradino della scala

Il tempo dirà se il progetto belga ispirerà altre federazioni nazionali a seguire l'esempio. È sufficiente permettere ai top player di cominciare il percorso per ottenere le qualifiche di allenatore una volta che si sono ritirati? O è anche possibile incoraggiarli a diventare allenatori mentre sono ancora calciatori a tutti gli effetti?

Evidentemente c'è bisogno di salire qualche gradino della scala per puntare a una carriera da allenatore di alto livello. Chiunque desideri ottenere un corso di diploma UEFA Pro in futuro dovrà completare almeno una stagione come allenatore a livello giovanile élite o amatoriale senior, o come assistente allenatore a livello professionistico, in modo che tutte le conoscenze e le esperienze acquisite durante i corsi possano essere testate e migliorate in un ambiente di allenamento reale prima di passare ai gradini successivi.

Martínez è convinto che incoraggiare i calciatori ancora in attività ad avvicinarsi alla formazione tecnica produrrà dividendi per il calcio belga.

"È fantastico che i giocatori comincino a pensare come allenatori e sono convinto che tra sei anni, forse, o sicuramente entro il prossimo decennio, vedremo un bel po' di loro in azione come allenatori - il che può essere solo un bene per il futuro del calcio belga".

Un'opinione condivisa da Kevin De Bruyne: "Il progetto mi ha fornito una grande opportunità di guardare oltre la mia carriera da calciatore e allo stesso tempo il mio modo di intendere il gioco da calciatore in attività ne ha tratto beneficio", ha spiegato il centrocampista offensivo.

"Penso che sia importante per ogni calciatore prendere in considerazione ciò che arriverà dopo, a prescindere dal momento di carriera in cui si trovi, e il corso è stato un modo piacevole di farlo. Averlo inserito all'interno dei raduni della nazionale rappresenta un enorme vantaggio e si spera che ci aiuti, come squadra, a riflettere di più sul gioco. E questo non potrà che tornarci utile sul campo".