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Da traghettatore a campione: Aimé Jacquet

UEFA.com festeggia i 20 anni dalla nomina di Aimé Jacquet come Ct della Francia: un viaggio culminato con la vittoria della Coppa del Mondo FIFA nel 1998.

Aimé Jacquet con la Coppa del Mondo nel 1998
Aimé Jacquet con la Coppa del Mondo nel 1998 ©Getty Images

UEFA.com festeggia i 20 anni dalla nomina di Aimé Jacquet come Ct della Francia: un viaggio culminato con la vittoria della Coppa del Mondo FIFA davanti al suo pubblico.

Jacquet ha assunto l'incarico nel 1993 ed è rimasto in panchina per 53 partite, vincendo i mondiali del 1998 grazie a un 3-0 sul Brasile a Parigi. Due anni dopo, con Roger Lemerre, la squadra ha vinto UEFA EURO 2000.

Il 17 dicembre 1993, però, la situazione era ben diversa. Da poco, la Francia aveva perso 3-2 contro Israele e 2-1 contro la Bulgaria, mancando l'appuntamento con i mondiali per la seconda volta consecutiva. "Era una situazione grave", commenta l'ex Ct, 72 anni. Essendo l'assistente di Gérard Houllier, esonerato, Jacquet non era esente da colpe, motivo per cui la sua  nomina destava qualche sorpresa. "Eravamo appena stati eliminati con Gérard Houllier, ma in un certo senso era logico che restassi io. All'inizio dovevo rimanere solo provvisoriamente".

Oltre a lavorare da tempo in nazionale, il tecnico aveva anche esperienza a livello di club, avendo raggiunto le semifinali della Coppa dei Campioni 1984/85 con l'FC Girondins de Bordeaux.

"Con il Bordeaux e la nazionale avevo fatto abbastanza da poter allenare con una certa sicurezza. Per me era un onore e un simbolo di riconoscimento. Non pensavo di essere scelto, ma a noi allenatori piacciono le sfide. Avevo la fortuna di conoscere bene la squadra".

L'ex attaccante della Francia Youri Djorkaeff
L'ex attaccante della Francia Youri Djorkaeff©Getty Images

La prima partita ha dato un certo sollievo a Jacquet e alla sua squadra, vincitrice per 1-0 sull'Italia a Napoli grazie a una rete di Youri Djorkaeff. "È stata una sorpresa, considerando che ci eravamo preparati in fretta. Quando inizi bene, la tua fiducia aumenta, compresa quella di giocatori, tifosi e dirigenti. Mi ha permesso di ambientarmi più in fretta", commenta Jacquet.

Nei 90 minuti, la Francia non ha perso fino al 9 novembre 1996 contro la Danimarca, dopo una striscia positiva di 30 partite. Tra le vittorie più importanti, il 10-0 da record sull'Azerbaigian il 3-1 sulla Romania nelle qualificazioni a EURO '96 che ha segnato la vera svolta.

"Fino a quel punto avevamo una squadra costante, ma ci mancava la scintilla -  commenta Jacquet -. Ma a Bucarest ce l'abbiamo fatta, e non dimentichiamo che a quei tempi la  Romania era la quarta squadra più forte al mondo". Il torneo in Inghilterra, però, si concludeva con l'eliminazione ai calci di rigore in semifinale contro la Repubblica Ceca.

Ma si trattava solo di un periodo di transizione per la Francia, che si apprestava dichiaratamente al cambio della guardia. "Ho preso qualche decisione importante - aggiunge Jacquet -. In un certo senso ho cambiato le generazioni, lasciando fuori [Éric] Cantona, [David] Ginola e [Jean-Pierre] Papin. Ho inziato da zero con Djorkaeff, [Zinédine] Zidane e tutti i giovani talenti in Francia. Si trattava di una nuova era e ho avuto la fortuna di avere a disposizione così tanti campioni. Per la Francia è stato incredibile". E con Jacquet e Lemerre, lo avrebbe dimostrato ben presto.

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