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Conferenza sulla sicurezza negli stadi a Monaco

L'ultima conferenza tra UEFA e Unione Europea ha riunito circa 350 rappresentanti di ogni categoria per parlare di sicurezza nel calcio, affinché le partite si svolgano in un ambiente tranquillo e accogliente.

Circa 350 rappresentanti hanno partecipato alla conferenza
Circa 350 rappresentanti hanno partecipato alla conferenza ©UEFA

La UEFA ha ribadito la volontà di assumere un ruolo guida nella campagna per garantire la sicurezza negli stadi di tutta Europa.

L'ultima conferenza tra UEFA e Unione europea a Monaco ha riunito circa 350 rappresentanti di organismi come UEFA, Unione Europea, federazioni, club, forze di polizia e altri interlocutori per discutere e scambiare informazioni sulla sicurezza nel calcio.

Tra i punti all'ordine del giorno, le misure di contrasto alla violenza negli stadi e nelle aree circostanti, il pericolo di attentati, fuochi artificiali e droni, l'accessibilità per tutti e i potenziali rischi e le responsabilità per gli organizzatori.

I partecipanti a Monaco
I partecipanti a Monaco©UEFA

La conferenza si svolge all'inizio di ogni stagione di competizioni per club e vuole aiutare i partecipanti a rimanere al corrente degli ultimi sviluppi nella sicurezza degli stadi, condividere le esperienze della stagione passata e promuovere un approccio verso la sicurezza integrato in tutta Europa, coinvolgendo governi, autorità municipali, forze di polizia, operatori di sicurezza, autorità calcistiche, tifosi e comunità locali. 

Nel suo messaggio alla conferenza, il presidente UEFA President Aleksander Čeferin ha ribadito l'impegno dell'organo di governo del calcio europeo a eliminare vari fattori negativi che creano potenziali rischi durante le partite e compromettono il divertimento degli spettatori.

"I tifosi sono la linfa vitale del calcio - ha dichiarato -. Senza di loro, questo sport perderebbe magia, passione e significato".

"Riteniamo - ha proseguito il presidente - che gli spettatori abbiano il diritto ad aspettarsi che l'evento si svolga in un ambiente sicuro, confortevole e accogliente e che debbano solo provare gioia, anziché paura o qualsiasi altro timore".

Il presidente Čeferin ha messo in risalto il grande lavoro svolto per ridurre la violenza negli stadi. "Tuttavia, abbiamo ancora a che fare con spiacevoli incidenti che si verificano dentro e fuori dagli stadi d'Europa", ha aggiunto.

"Ovviamente sussiste ancora il pericolo di attentati, una minaccia molto grave e concreta che non dobbiamo mai trascurare".

Il presidente UEFA ha descritto la conferenza sulla sicurezza UEFA-UE come "un forum unico nel suo genere che permette a chi lavora per la sicurezza di incontrarsi per discutere, scambiare idee, fare proposte e definire le strategie operative per il futuro".

Michael van Praag
Michael van Praag©UEFA

Michael van Praag, presidente del Comitato Stadi e Sicurezza della UEFA, ha ringraziato la UEFA per i fondi che consentiranno di implementare la strategia di sicurezza negli anni a venire. 

"La strategia si propone di integrare la sicurezza e i servizi per la grande maggioranza di tifosi corretti - ha spiegato -, cercando al tempo stesso di escludere quella piccola minoranza di facinorosi".

Van Praag ha sottolineato che la strategia aumenterà al massimo il sostegno da parte delle federazioni affiliate alla UEFA nelle opere di sicurezza nazionali, portando avanti la collaborazione di lungo corso tra la UEFA, l'Unione europea e il Consiglio d'Europa.

Adrian Dincă
Adrian Dincă©UEFA

Adrian Dincă, vicepresidente del Comitato del Consiglio d'Europa per la Convenzione europea sulla sicurezza e i servizi, ha dichiarato che è fondamentale evitare qualsiasi forma di autocompiacimento, per far sì che le partite si svolgano in un ambiente sicuro e accogliente. 

"Nonostante la migliore amministrazione, i progressi nelle infrastrutture e le nuove tecnologie di sicurezza, ogni settimana ci sono persone che si fanno male in qualsiasi parte del mondo - ha dichiarato alla conferenza -. Ecco perché occorre parlare di sicurezza e rifinirla costantemente. È un'area in cui non si può mai pensare che il lavoro sia finito".