UEFA.com funziona meglio su altri browser
Per la migliore esperienza possibile, consigliamo Chrome, Firefox or Microsoft Edge.

Lingua universale di pace e diritti umani

Un torneo che celebrava la Dichiarazione universale dei diritti umani ha segnato l'inizio di una nuova partnership tra la Federcalcio bulgara e l'Associazione Nazioni Unite della Bulgaria.

Il calcio ha il potere di unire la gente
Il calcio ha il potere di unire la gente ©AFFA

Ad aprile, sul campo del centro tecnico nazionale di Boyana (Bulgaria), varie missioni diplomatiche, istituzioni e organizzazioni non governative hanno dimostrato ancora una volta che il calcio ha il potere di unire la gente.

Con il patrocinio del ministro bulgaro degli affari esteri, Ekterina Zaharieva, il torneo di quest'anno ha commemorato il 70º anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani.

Allo stesso tempo, la Federcalcio bulgara (BFS) e l'Associazione Nazioni Unite della Bulgaria hanno unito le forze per promuovere la tolleranza e il rispetto per i diritti umani attraverso lo sport stipulando un accordo di collaborazione, firmato dal vicedirettore generale BFS, Pavel Kolev, e dalla vicepresidente dell'Associazione Nazioni Unite della Bulgaria, Petranka Fileva. L'iniziativa segna l'inizio di una nuova partnership di lungo corso tra le due organizzazioni.

La partnership si basa sull'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, dedicando particolare attenzione agli obiettivi numero 3 (Salute e benessere), 16 (Pace, giustizia e istituzioni forti) e 17 (Partnership per gli obiettivi) e promuovendo lo sport come strumento diplomatico di pace e intesa tra le nazioni.

"Sono certo che questa partnership darà risultati molto utili che avranno benefici non solo per la società bulgara, ma anche per l'Europa e, perché no, per tutto il mondo", ha dichiarato Pavel Kolev.

Kolev ha sottolineato che il calcio è sempre stato un gioco che unisce le persone. "In questo contesto, per la federazione e l'Associazione Nazioni Unite della Bulgaria è un bene lavorare insieme, per tentare di risolvere o almeno alleggerire diversi problemi sociali". 

Il torneo ha dimostrato ancora una volta che il calcio è una lingua universale di pace e diritti umani, a prescindere da genere, età, origine, religione e status sociale, oltre che un modo per superare le differenze e i pregiudizi.

Sette squadre hanno rappresentato le missioni diplomatiche di Turchia, Iran, Sudan e Ucraina, mentre altre hanno rappresentato il ministero bulgaro degli affari esteri, l'International Relations Research Student Association (IRRSA) e l'Associazione Nazioni Unite della Bulgaria. La Turchia ha vinto il titolo per il secondo anno consecutivo e ha conquistato la maggior parte dei premi individuali. Sul podio anche l'IRRSA, secondo, e l'Iran, terzo.

Articolo pubblicato su UEFA Direct n. 178