Kovačević punta sulla sorpresa
lunedì, 23 gennaio 2012
Intro articolo
La Serbia è attesa da una prova ardua nel Gruppo D contro Portogallo e Azerbaigian, ma il Ct è convinto che la squadra abbia gli strumenti per approdare ai quarti di finale per la seconda edizione consecutiva.
Contenuti top media

Corpo articolo
Aca Kovačević guiderà la Serbia alla terza partecipazione consecutiva ai Campionati Europei UFA Futsal, ma per i suoi ragazzi - approdati ai quarti di finale nel 2010 - non sarà facile superare il Gruppo D, che comprende Azerbaigian e Portogallo. Il tecnico 56enne ha raccontato a UEFA.com cosa si aspetta dal torneo.
UEFA.com: Come valuti il girone?
Aca Kovačević: Sarà molto equlibrato e affronteremo due semifinaliste della passata edizione. Puntiamo a bissare il risultato ottenuto nel 2010 in Ungheria, anche se non partiamo certo favoriti.
UEFA.com: Quali sono le tue ambizioni personali?
Kovačević: Disputeremo le fasi finali per la terza volta consecutiva e ogni partecipazione rappresenta di per sé un successo. Abbiamo già centrato il nostro obiettivo qualificandoci e ora faremo di tutto per approdare fra le migliori otto d'Europa.
UEFA.com: quali sono i punti di forza della Serbia?
Kovačević: Siamo imprevedibili e possiamo giocarcela alla pari contro qualsiasi avversaria. Lo abbiamo dimostrato nelle due passate edizioni, ottenendo dei risultati che nessuno si aspettava.
UEFA.com: Nel 2010 la Serbia ha vinto il proprio girone battendo la Russia, ma nei quarti di finale ha perso 5-1 contro il Portogallo...
Kovačević: Dopo il successo contro la Russia i giocatori erano convinti di continuare a vincere. Non siamo ancora in grado di giocare consecutivamente due gare impegnative a grandissimi livelli, ma la squadra ne era convinta ed è arrivata una sonora lezione. Questo però fa parte dello sport e io mi auguro di approdare nuovamente ai quarti.
UEFA.com: La Serbia ha sempre sfornato calciatori dalle grandi doti tecniche. Vale lo stesso per il futsal?
Kovačević: E' vero, ma molti si sono persi per strada perchè non abbiamo saputo valorizzare le loro doti. Ho fatto del mio meglio per creare una nazionale ricca di qualità e ora abbiamo a disposizione un paio di giocatori in grado di cambiare da soli il volto di una partita, anche se in Serbia c'è la tendenza a voler imitare troppo il modo di giocare che si vede all'estero. I nostri giocatori hanno caratteristiche ben precise e noi dobbiamo valorizzarle, oltre a lavorare sulla tecnica individuale.