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1960: Il sogno di Delaunay diventa realtà

L'Unione Sovietica supera la Jugoslavia nella finale dell'edizione inaugurale con le parate di Yashin e il gol di Ponedelnik.

1960: Il sogno di Delaunay diventa realtà
1960: Il sogno di Delaunay diventa realtà ©UEFA.com

Come la Coppa del Mondo FIFA, la Coppa dei Campioni e le Olimpiadi, la prima competizione europea per squadre nazionali fu ideata da un francese: Henri Delaunay, il segretario della federcalcio transalpina.

Delaunay aveva inizialmente prospettato l'idea nel 1927, ma ci volle l'avvento della UEFA nel 1954 per trasformare il progetto in realtà. Alcune federazioni europee restarono reticenti, e quando il Congresso UEFA del 1957 dette l'ok definitivo, Delaunay era già deceduto da due anni. Tutt'altro che dimenticato, il suo nome fu la scelta logica per quello del trofeo.

La Fracia di Delaunay fu selezionata tra le quattro semifinaliste per ospitare il torneo finale, ma molti problemi erano ancora da risolvere. Solo una serie di iscrizioni dell'ultimo minuto permisero di raggiungere il numero minimo di 16 squadre, e quando il torneo ebbe inizio non parteciparono squadre come Italia, Germania Ovest e Inghilterra.

Costruita su un format a eliminazione diretta su andata e ritorno fino alle semifinali, la competizione divenne realtà con la prima gara giocata a Mosca allo stadio Tsentralni Lenin il 28 settembre 1958. In quella giornata storica, 100.572 persone guardarono Anatoli Ilyin segnare il primo gol nella competizione dopo quattro minuti. L'URSS batté l'Ungheria 3-1 prima di qualificarsi con un 4-1 complessivo.

Nei quarti i sovietici si videro negare l'ingresso in Spagna dal generale Franco accedendo così in semifinale a tavolino. Le altre semifinaliste furono Francia, Jugoslavia e Cecoslovacchia. I dubbi sui meriti dei sovietici furono subito spazzati via a Marsiglia dove la squadra di Gavril Kachalin rifilò un 3-0 ai cechi con Valentin Ivanov a segno due volte.

I padroni di casa persero invece per 5-4 contro la Jugoslavia. La Francia non poteva contare su Raymond Kopa e Just Fontaine, ma non bisogna togliere i meriti a una spettacolare Jugoslavia, così diversa dalla solida Unione Sovietica affrontata in finale a Parigi il 10 luglio 1960.

Grazie alle parate del mitico portiere Lev Yashin, la Jugoslavia fu limitata al tiro deviato di Milan Galic. Slava Metreveli realizzò il gol del pareggio portando la gara ai supplementari e la Jugoslavia cominciò pian piano a svanire. Il colpo di testa di Viktor Ponedelnik regalò così all'Unione Sovietica il suo primo e unico trionfo.

"Ci sono partite e gol speciali, il massimo nella vita di un atleta - disse poi Ponedelnik - Quello fu il mio momento". Per il torneo, invece, ne sarebbero seguiti molti altri.