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Hamm descrive il sistema Stati Uniti

La leggenda del calcio statunitense ed ex attaccante della nazionale a stelle e striscie Mia Hamm ha spiegato a UEFA Training Ground il segreto del calcio femminile negli USA e il suo rapporto con quello europeo.

Hamm descrive il sistema Stati Uniti
Hamm descrive il sistema Stati Uniti ©UEFA.com

Sono pochi i giocatori, maschi e femmine, ad aver avuto un impatto tale sul gioco del calcio quanto l'ex attaccante degli Stati Uniti Mia Hamm in 17 splendidi anni di carriera.

Autrice di 158 reti in 275 presenze con la maglia della nazionale a stelle e striscie, un record battuto solamente quest'anno da Abby Wambach, Hamm ha vinto due volte la Coppa del Mondo Femminile FIFA e due volte la Medaglia d'Oro alle Olimpiadi, appendendo le scarpe al chiodo al termine dei Giochi Olimpici di Atene 2004. Prima ad essere eletta Miglior Giocatrice dell'Anno FIFA nel 2001 and 2002, la 41enne Hamm è ancora molto nota in patria e all'estero, ed ha parlato a UEFA.com del modo in cui il calcio femminile funziona negli Stati Uniti, e di quali siano i rapporti tra lo sport statunitense e il calcio europeo.

Guarda il video di UEFA Training Ground qui sopra per sentire le parole di Hamm e Megan Rapinoe, che spiegano come gli USA promuovano lo sviluppo delle loro giocatrici.

UEFA.com: Al momento dell'esplosione del calcio femminile, gli Stati Uniti erano la squadra più forte. Come avete fatto a sviluppare questo sport in maniera più veloce rispetto all'Europa?

Mia Hamm: Uno dei motivi è che non avevamo alle spalle centinaia di anni di storia e di tradizione, e che quindi in questo senso non c'erano resistenze da superare. Il calcio era uno sport nuovo nel nostro Paese, non vi erano né uomini né donne a praticarlo. Questo aspetto, e il nostro sistema universitario, hanno favorito il nostro movimento. Giovani donne sono così riuscite a ricevere una borsa di studio, a continuare gli studi e a praticare questo meraviglioso sport.

UEFA.com: Ci puoi spiegare qual è il percorso tipico che una ragazza statunitense effettua dal calcio giovanile a quello di massimo livello?

Hamm: Il calcio giovanile a livello di club è molto diverso in USA, visto che i club sono squadre a livello regionale, e non sono associati ad alcuna società professionistica. I bambini pagano l'iscrizione al direttore tecnico, e poi hanno un numero di allenamenti e partite da disputare. Il nostro campionato giovanile femminile di elite è organizzato in modo che le migliori compagini del Paese si incontrino tra di loro. Le ragazze più brave hanno poi l'opportunità di vincere borse di studio e di giocare all'università: questo sistema ha molto favorito lo sviluppo del calcio femminile nel nostro Paese.

UEFA.com. Come descriveresti il calcio giovanile femminile negli Stati Uniti? In Europa si ha l'impressione che sia uno sport molto importante, praticato più da ragazze che non da ragazzi.

Hamm: Sono diversi i motivi della sua popolarità. Io l'ho scelto perché eravamo in sei tra fratelli e sorelle, e il calcio era uno sport poco costoso: alla fine basta una maglia dello stesso colore! Una cosa che adoro del calcio è che non discrimina nessuno: puoi essere di qualsiasi razza, altezza, essere più o meno brava, ma in campo puoi sempre fare la differenza.

UEFA.com: Chi sono le tue giocatrici europee preferite di sempre?

Hamm: Maren Meinert e Hege Riise, per la loro capacità di rallentare la partita, di capire cosa fare e di far sembrare tutto così semplice. Sono molto onorata di averle incontrate: entrambe hanno giocato nella WUSA [l'ex campionato professionistico statunitense] e Hege è stata il viceallenatore della nazionale degli USA. Hanno fatto cose molto importanti per questo sport nel nostro Paese.

UEFA.com: Hege è stata l'assistente di Pia Sundhage; pensi che la presenza di allenatrici straniere abbia favorito la crescita di quella nazionale a stelle e striscie?

Hamm: Pia ha riportato il divertimento al centro dell'intera questione. All'epoca, soprattutto quando io ed alcune mie compagne smettemmo di giocare, la pressione e le aspettative erano altissime, e Pia fece semplicemente capire a tutti: "Hey, è solo un gioco, divertitevi, siate creative e cercate di godervi il tempo che passate assieme." È stata la persona giusta nel momento giusto, e con lei giocatrici tecniche e di personalità come Tobin Heath e Megan Rapinoe sono letteralmente esplose.

UEFA.com: C'è oggi una giocatrice negli USA che magari non è ancora famosa in Europa, ma che in futuro potrà far parlare di sé?

Hamm: Sto pensando a Crystal Dunn, che ha giocato a livello universitario e che ha vinto la Coppa del Mondo [Under 20 FIFA]. Ha vinto ovunque sia andata: è semplicemente una vincente. Non è più alta di 160 centimetri, ma ha una mentalità e una capacità di caricarsi la squadra sulle spalle che sono incredibili. La statura non c'entra davvero nulla.

UEFA.com: L'anno scorso alcune ragazze statunitensi hanno giocato in Europa; Christen Press è entrata in nazionale dopo aver giocato in Svezia. Pensi che questa tendenza sia destinata ad aumentare?

Hamm: Certo, e questo grazie a loro. Negli USA è stato appena lanciato il nuovo campionato, e dopo l'università molte giocatrici vogliono continuare la loro carriera. Diverse di loro sono venute in Europa, integrandosi molto bene sia come vita sia come sport, e questo ha aumentato la loro fiducia. Christen Press ne è l'esempio perfetto: è difficile ora tenerla fuori, dopo tutto il lavoro fatto, sia in Svezia che con la nazionale.

UEFA.com: Il campionato statunitense è stato leggermente ridimensioanto rispetto al passato. Nonostante ciò, vi sono diverse giocatrici europee e anche un'allenatrice, Laura Harvey a Seattle. Pensi che la loro presenza sia un bene per il calcio statunitense?

Hamm: Loro ci hanno molto aiutato, e noi abbiamo aiutato molto loro. Vogliamo tutte una sola cosa: che il calcio femminile cresca, e quindi siamo tutte disposte ad imparare l'una dall'altra. Tutto è iniziato nella WUSA con l'arrivo di Steffi Jones e Maren Meinert, e ora il tecnico di Seattle è inglese: per noi è importante che possa condividere la sua esperienza e le sue conoscenze con le giovani giocatrici statunitensi.

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