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La Lazio scivola sul più bello

PFC Ludogorets Razgrad-SS Lazio 3-3 (and. 1-0)
Sconfitta all'Olimpico, la squadra di Reja conduce quasi tutta la partita sul campo del Ludogorets ma è condannata da un gol all'88' di Juninho Quixadá.

La Lazio scivola sul più bello
La Lazio scivola sul più bello ©AFP/Getty Images

La S.S. Lazio ottiene un amarissimo pareggio sul campo del PFC Ludogorets Razgrad e deve salutare la UEFA Europa League. Sconfitta 1-0 all’Olimpico, la squadra di Edoardo Reja – praticamente sempre avanti nel punteggio – è ripresa sul 3-3 a due minuti dalla fine: decisivo per i bulgari, nel ritorno dei sedicesimi, il gol del brasiliano Juninho Quixadá a due minuti dalla fine.

Serviva una mezza impresa ai Biancocelesti, la vittoria sul campo dei campioni di Bulgaria finora imbattuti nella competizione e che potevano contare sul prezioso risultato dell’andata. La Lazio però è andata davvero a un passo dalla missione, portandosi prima sul doppio vantaggio con le reti di Keita Baldé Diao e Brayan Perea e poi, dopo la rimonta dei padroni di casa, sul 3-2 con il guizzo di Miroslav Klose. Soprattutto per questo il gol subito all’88’ ha il sapore amaro della beffa.

Reja conferma solo cinque giocatori della squadra scesa in campo domenica sera contro l’US Sassuolo Calcio: oltre ai difensori Abdoulay Konko, Giuseppe Biava e Ștefan Radu, tornano in campo Antonio Candreva e Cristian Ledesma. Klose va in panchina, Felipe Anderson – che a Roma sbagliò il rigore del possibile pareggio – si accomoda addirittura in tribuna; in porta esordio con il nuovo tecnico per Federico Marchetti. I bulgari, orfani per squalifica del capitano Svetoslav Dyakov, scendono in campo con un 4-2-3-1 con l’attaccante slovacco Roman Bezjak, match-winner all’Olimpico, terminale offensivo.

L’avvio dei Biancocelesti è fulmineo. Keita accelera sulla sinistra palla al piede, penetra in area e complice una carambola fortuita trova l’1-0: quello del ragazzo senegalese cresciuto nella ‘cantera’ del FC Barcelona è il secondo gol più veloce di sempre (17,8 secondi) nella storia della UEFA Europa League, dopo quello dell’argentino Ismael Blanco (13 secondi) in AEK Athens FC-FC BATE Borisov del 5 novembre 2009.

Ancora Keita va vicino al raddoppio in apertura, mentre all’11’ arriva il primo squillo dei padroni di casa con Bezjak, che dopo una finta calcia però a lato. Ben più pericolosa la “spizzata” di Candreva su cross dell’indemoniato Keita, che Vladislav Stoyanov intercetta in due tempi. Il Ludogorets costruisce l’occasione migliore del primo tempo con Marcelinho: Marchetti è battuto sulla conclusione del brasiliano, ma per sua fortuna il pallone termina fuori di un soffio.

Si va all’intervallo sull’1-0, la ripresa invece è un concentrato di emozioni. Dopo nove minuti la Lazio trova il raddoppio, con un preciso sinistro sotto misura del colombiano Perea dopo una ripartenza avviata da Ogenyi Onazi.

Al Ludogorets servono due gol per passare e la squadra di Stoycho Stoev si lancia all’attacco a testa bassa. Bezjak, complice la deviazione di Marchetti, colpisce un palo, ma al 67’ lo slovacco riporta in partita i bulgari: il suo destro, dopo il tocco di Biava, diventa imparabile per il portiere della Lazio. Che a dodici minuti dalla fine subisce il gol del pareggio di Hristo Zlatinski: il suo tiro dalla distanza sembra alla portata di Marchetti, che però indietreggia troppo e controlla il pallone quando lo stesso ha varcato secondo l’arbitro la riga.

Finita? Macchè. Klose, in campo da appena undici minuti al posto di Perea, trova il nuovo vantaggio con un tocco da due passi dopo il miracolo di Stoyanov sul colpo di testa di Lucas Biglia. La Lazio assapora il gusto della vittoria e della qualificazione, ma a due minuti dalla fine accade l’imponderabile. Konko si macchia di una grave leggerezza e il brasiliano Juninho Quixadá, dopo avergli soffiato il pallone, segna con un pallonetto. Finisce 3-3, la squadra di Reja è eliminata. Fa festa il Ludogorets.

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