Il Siviglia avverte: attenti a Gameiro
lunedì 16 maggio 2016
Intro articolo
"È la migliore stagione della mia carriera", commenta l'attaccante del Siviglia, che dopo sette gol in UEFA Europa League proverà a segnare i più importanti a Basilea.
Contenuti top media
Corpo articolo
La scorsa stagione, Carlos Bacca è stato la punta di diamante del Siviglia, vincitore della seconda UEFA Europa League consecutiva. Anche se il colombiano è passato all'AC Milan la scorsa estate, Kevin Gameiro ne ha preso degnamente il posto e ha garantito un costante afflusso di gol.
Oltre alle 16 reti in Liga, il francese ne ha realizzate sette in otto incontri di UEFA Europa League dai sedicesimi in poi. "È la stagione migliore della mia carriera - commenta a UEFA.com -. La cosa più importante per un attaccante è la sicurezza. Quest'anno mi sento assolutamente sicuro e tutti hanno fiducia in me: i compagni, il mister e la società".
- Video: il cammino del Siviglia verso la finale di Europa League
- Liverpool - Siviglia: storia della partita
- Perché Unai Emery è così speciale?
Sicuramente, Unai Emery non ha dubbi su Gameiro, che aveva seguito al Lorient in Francia e portato a Siviglia nel 2013 dopo due stagioni da dimenticare al Paris Saint-Germain. "Ha un cambio di passo fantastico, che gli permette di sfuggire agli avversari, ed è anche molto rapido nelle conclusioni: insomma, un bomber letale - commenta il tecnico del Siviglia -. Mette subito sotto pressione gli avversari, grazie alla sua velocità e alle sue capacità nelle transizioni. È molto positivo per la squadra".
Il capitano Coke è molto contento che Gameiro sia uscito dall'ombra di Bacca. "È uno dei motivi per cui siamo qui - spiega il terzino destro a UEFA.com -. Inizialmente aveva un ruolo più secondario, ma era comunque importante. Man mano che cresceva, abbiamo capito che poteva diventare protagonista. Cerca sempre di aiutarti e segna molto, il che è fondamentale per un attaccante".
L'ascesa fulminea resta un mistero anche per lo stesso Gameiro, che ha iniziato la carriera allo Strasburgo. "In realtà non ho cambiato niente - osserva -. La tecnica è la stessa, ma forse ho lavorato di più sui miei difetti". Sarà la buona sorte? I riti prepartita sono cambiati? "Non ne ho molti - spiega -. Entro sempre in campo con il piede sinistro, oppure penso a mio nonno: è morto un po' di tempo fa, ma so che mi guarda dall'alto".
Forse, a fare la differenza è stato il classico duro lavoro, un marchio di fabbrica delle squadre di Emery che hanno vinto la UEFA Europa League. Chissà che l'umiltà di Gameiro non possa essere decisiva anche a Basilea.
"È solo una partita contro una grande squadra: l'importante è dare tutto, non farsi troppe domande e soprattutto non avere rimpianti al triplice fischio - conclude -. Prima delle partite sento la pressione, ma quando entro in campo la tensione se ne va e riesco giocare con la mente sgombra".