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A tutto Totti

Dai segreti della sua longevità a ciò che rappresenta per lui la Roma, dalle partite preferite in UEFA Champions League, alla sua top-five giallorossa, il capitano della Roma si racconta a UEFA.com.

Il 2014 di Totti ©AFP/Getty Images

La sua AS Roma non avrà centrato gli ottavi, ma per Francesco Totti - nuovo marcatore più 'vecchio' nella competizione - quella 2014-15 resterà comunque un’edizione della UEFA Champions League da ricordare. “Quando fai gol e batti dei record, è una cosa gratificante”, spiega il capitano Giallorosso a UEFA.com, “Ti aiuta e ti stimola a fare le cose ancora meglio”.

A 38 anni suonati il numero 10 continua a essere al centro del progetto di Rudi Garcia [che lo definisce “un diamante”]. Basta guardare la splendida doppietta rifilata alla SS Lazio domenica. E' lui stesso a svelaci i segreti di questa longevità. “Se arrivi fino a questo punto in queste condizioni vuol dire che sei un professionista esemplare”, osserva, “Non ho vizi, cerco sempre di fare del mio meglio, di mettermi a disposizione della squadra. E cerco di allenarmi un po’ di più degli altri se ne ho la possibilità, dipende tutto da come sto fisicamente”.  

Per uno per cui la Roma significa "tutto quello che può desiderare una persona: passione, amore, gioia" riconquistare sul campo il traguardo della UEFA Champions League diventa ora l’obiettivo principale. “Per tanti anni non siamo riusciti a entrarci, ma penso che questa città e questa società meritino palcoscenici così importanti e prestigiosi”, sottolinea il numero 10, “La Roma deve fare sempre bella figura in Europa, come spesso e volentieri ha fatto”.

Sono trascorsi tanti anni, quasi 22, da quel lontano 28 marzo 1993, quando Vujadin Boškov fece esordire in Serie A al Rigamonti un Totti non ancora 17enne. “Quando ho esordito a Brescia ero giovane, direi un bambino. Non capivo realmente che cosa volesse dire essere un giocatore professionista”, ricorda, “Ora ho un’altra esperienza, un altro tipo di vita e un’altra mentalità. Ma posso dire che adesso è ancora più difficile rispetto ad allora”.

L’album dei ricordi è ricco anche per quanto riguarda la UEFA Champions League. “L’esordio  - va a ritroso con la mente Totti - fu in una serata molto particolare, la partita contro il Real Madrid [CF] l’11 settembre 2001, quando ci furono gli attacchi alle Torri Gemelle”. Difficile dimenticare anche il tracollo sul campo del Manchester United FC nei quarti dell’edizione 2006-07 [“Nessuno si sarebbe mai aspettato un risultato di quel tipo. Poi era andata e ritorno, noi all’andata avevamo vinto in casa 2-1 e potevamo fare molti più gol”].

Il numero 10 ha invece due partite che gli stanno particolarmente a cuore. “Il successo al Santiago Bernabéu, quando affronti queste squadre che sulla carta sono più forti di te e riesci a giocartela alla pari”, rammenta, “O la vittoria sul campo del Lione, che non perdeva non so da quanti anni in casa in UEFA Champions League”.

Il futuro c’è tempo per programmarlo. “Non ho ancora pensato a trovarmi un altro lavoro!”, dice il capitano Giallorosso con il sorriso, “Ancora mi diverto, ancora ho passione, ho la possibilità di fare bene. Quando vedrò il momento in cui non ce la farò più, penserò a quello che dovrò fare”. Del resto il suo ruolo attuale lo assorbe molto, dentro e fuori dal campo: “Ho un doppio ruolo, da capitano interno e capitano esterno. Il primo è quello più importante, bisogna essere sempre a disposizione della squadra, del mister e della società, di tutti. Il capitano esterno deve essere a 360° disponibile con la gente e comportarsi sempre nel migliore dei modi”.

Pochi dubbi anche quando si chiede a Totti di indicare i momenti più duri della sua carriera. "I due infortuni, quelli più gravi, alla caviglia e al ginocchio", ammette, "Li ho superati con la forza e la determinazione del mio carattere, molto forte: sono riuscito a diventare ancora più grintoso".

Ad allenare per il momento non pensa, ma se dovesse formare una squadra di futsal con compagni romanisti attuali o passati, Totti sceglierebbe "De Sanctis come portiere, poi Maicon e [Vincent] Candela, infine [Gabriel Omar] Batistuta e [Antonio] Cassano. Io? Non lo so se posso mettermi...".

Ha legato tutta la carriera alla Roma, altrove avrebbe potuto vincere di più a livello sia personale sia di club, ma il numero 10 non ha rimpianti. "Che consiglio darei a un Francesco Totti oggi 18enne? Di fare le stesse cose che ha fatto Francesco Totti!". Lunga vita al capitano.

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