UEFA.com funziona meglio su altri browser
Per la migliore esperienza possibile, consigliamo Chrome, Firefox or Microsoft Edge.

1960: prima fase finale in Francia

"Quello fu il mio momento", ricorda Victor Ponedelnik descrivendo il gol che regalò all'Unione Sovietica la vittoria nel primo Campionato Europeo per nazionali. Il percorso per arrivare al torneo era stato davvero lungo.

Europei 1960 ©UEFA.com

La prima finale dei Campionati Europei tra Jugoslavia e Unione Sovietica iniziò alle 22.00 di una domenica; quando nei supplementari Victor Ponedelnik– il cui cognome significa 'lunedì' – segnò il gol decisivo era già passata la mezzanotte in URSS.

Quel gol mise fine a un viaggio lungo e a volte tortuoso. Come i Mondiali FIFA, la Coppa dei Campioni e le moderne Olimpiadi, il primo campionato europeo per squadre nazionali era stato ideato da un francese: Henri Delaunay, segretario della federcalcio transalpina (FFF). Anche se il trofeo prese il suo nome, Delaunay era morto cinque anni prima che la sua idea – di cui si parlava già dal 1927 – si realizzò. E non fu una passeggiata.

Fino all'avvento della UEFA nel 1954, l'idea di Delaunay stentò a decollare. Il semaforo verde arrivò in occasione del Congresso UEFA tre anni più tardi, ma le preoccupazioni erano molte sul fatto che le qualificazioni non avessero appeal per trovare le 16 nazioni partecipanti. Però, nonostante le assenze di squadre come Italia, Inghilterra e Germania Ovest – la Spagna si ritirò nei quarti di finale – il Campionato Europeo vide finalmente la luce. La Francia – scelta come nazione ospitante – la Jugoslavia, la Cecoslovacchia e l'Unione Sovietica furono le quattro squadre a partecipare alla prima fase finale.

Nonostante le turbolenze politiche dell'epoca e i vari ritiri, Delaunay e i suoi eredi non potevano sperare in un torneo più spettacolare: ci furono 17 gol in appena quattro gare, 4,25 per partita. Il primo fu segnato dallo jugoslavo Milan Galić in un'emozionante vittoria per 5-4 in semifinale per la squadra di Ljubomir Lovrić contro la Francia. La Jugoslavia era sotto per 4-2 quando il portiere francese Georges Lamia subì tre reti nel giro di cinque minuti.

L'URSS era arrivata tra le migliori quattro grazie al ritiro della Spagna, ma spazzò via ogni dubbio sui suoi meriti rifilando un netto 3-0 alla Cecoslovacchia in semifinale con doppietta di Valentin Ivanov. La Cecoslovacchia superò poi la Francia per 2-0 nella finale per il terzo posto.

Se Ivanov fu decisivo in semifinale, il portiere Lev Yashin fu senza dubbio l'eroe della finalissima. Per uno scherzo del destino Arthur Ellis, arbitro inglese alla finale del Parco dei Principi, aveva diretto anche la finale della prima edizione della Coppa dei Campioni sempre a Parigi quattro anni prima.

Yashin –  conosciuto come il 'ragno nero' – fu battuto solo da tiro (deviato) di Milan Galic nonostante il dominio jugoslavo per 90 minuti. Il gol del pareggio di Slava Metreveli portò la sfida ai supplementari e, con la Jugoslavia ormai stanca, Ponedelnik trovò il colpo di testa vincente. "Ci sono partite e gol che sono davvero speciali, l'apice nella carriera di uno sportivo", ricorda Ponedelnik. “Quello è stato il mio momento”.

Scelti per te