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Tevez-Morata, questione di feeling

Il successo della Juve nella semifinale di andata contro il Real Madrid è figlio di una grande prova corale, ma soprattutto dell'intesa fra Tévez e  Morata: talento chiama talento e il feeling tra i due è sbocciato in modo del tutto naturale.

Tévez non si ferma

Nel successo della Juventus sul Real Madrid CF ci sono tutti gli ingredienti che rendono unica una semifinale di UEFA Champions League: il gol dell'ex di Álvaro Morata, il momentaneo pareggio firmato dall'avversario più temuto, Cristiano Ronaldo, e poi la classe e la determinazione di Carlos Tévez a spaccare la partita nel momento più delicato.

Che la Juventus volesse misurarsi ad armi pari con i campioni d'Europa in carica era apparso chiaro fin dalla vigilia e le parole dei Bianconeri non avevano lasciato spazio a dubbi di sorta. "Vincerà chi sbaglierà di meno", aveva profetizzato Tévez e così è stato: la Juve ha sfruttato al meglio le falle della retroguardia merengue quando ne ha avuto la possibilità, colpendo in maniera chirurgica. Sangue freddo e killer-instinct, un mix letale. E soprattutto vincente.

"E' stata una grandissima serata, abbiamo disputato un'ottima gara e vinto meritatamente - è stato il sommento a caldo di Carlitos nel post-partita -. Il risultato è positivo, ma nulla è ancora deciso. A Madrid dovremo scendere in campo con la stessa voglia e la stessa concentrazione, consapevoli che andremo là a giocarcela".  

Del resto, Tèvez tutta la sua voglia l'aveva già messa in mostra in occasione del raddoppio bianconero: 70 metri di scatto bruciante, forza fisica nel resistere al ritorno di Dani Carvajal fino a guadagnarsi il rigore e sangue freddo nel trasformarlo. Un gol per così dire "scritto e diretto" dall'argentino, che si è guadagnato in un sol colpo l'Oscar per la regia e quello per il miglior attore protagonista.

E se Tévez ha scritto il capitolo finale nella vittoria "galattica" della Juve, ad aprire le danze è stata l'altra metà della fanteria d'assalto bianconera: quel Morata arrivato in estate proprio dal Real con una valigia carica di promesse, che ben presto sono sbocciate tramutandosi in certezze. Nonostante un infortunio che lo ha costretto ai box nei suoi primissimi mesi juventini.

E dire che anche in questo caso l'Apache si era rivelato buon profeta. "Morata è cresciuto tantissimo e non sentirà la pressione contro la sua ex squadra", aveva dichiarato lunedì. Detto-fatto: il gol dell'ex è servito, ma c'è molto di più. Del reparto offensivo bianconero colpiscono complementarità e maturità. Tévez è maestro nel tagliare in due la difesa avversaria e Morata si fionda a rimorchio pronto a sfruttare gli spazi che si vengono a creare. Il primo gol bianconero è stato emblematico in questo senso.

Un'intesa davvero niente male per due solisti che si sono trovati a condividere lo stesso spartito da appena una manciata di mesi. Ma si sa, talento chiama talento ed è evidente come Tévez e Morata parlino la stessa lingua, interpretando al meglio il piano tattico sciorinato di volta in volta da Massimiliano Allegri. "Il mister aveva preparato la partita esattamente così - ha spiegato l'argentino -. Non dovevamo darte punti di riferimento al Real, perciò nel primo tempo sono arretrato molto, mentre nella ripresa ho giocato in posizione più avanzata".

E il piano ha funzionato a dovere, a giudicare dall'esito della sfida. La Vecchia Signora può esultare, almeno per ora: il primo round è suo grazie alla premiata ditta Tèvez Morata. Quando si dice questione di feeling.

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