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Ruud van Nistelrooy su disabilità e accesso al calcio

Disabilità

L'ambasciatore della UEFA Champions League Ruud van Nistelrooy supporta l'iniziativa "Total football, total access", promossa questa settimana dal Centre for Access to Football in Europe (CAFE).

Ruud van Nistelrooy su disabilità e accesso al calcio
Ruud van Nistelrooy su disabilità e accesso al calcio ©UEFA.com

Per sostenere il partner UEFA sulla responsabilità sociale, il Centro per l'Accesso al Calcio in Europa (CAFE), l'ambasciatore della UEFA Champions League Ruud van Nistelrooy ha parlato di disabilità e accesso al calcio. L'ex attaccante ha raccontato la sua esperienza con i tifosi disabili, il profondo rispetto per la determinazione della nipote diversamente abile e infine ha dato dei preziosi consigli a chi vuole lavorare nel calcio.

La campagna annuale 'Calcio Totale, Accesso Totale' del CAFE, è sostenuta da tantissimi tifosi di tutta Europa dal 4 al 12 marzo 2017.

UEFA.org: da ex calciatore, hai un ricordo speciale legato a tifosi disabili?

Ruud van Nistelrooy: certamente. Al Manchester United c'è una zona riservata ai disabili dietro la porta. Tutto all'Old Trafford era stato creato per favorire il loro accesso durante le partite.

Dopo ogni gara noi giocatori passavamo da loro per firmare autografi o per farci delle fotografie insieme. Mi piaceva davvero tanto quell'organizzazione. È bello vedere che i disabili possono andare allo stadio e godersi le partite come chiunque altro.

UEFA.org: i disabili possono lavorare nel mondo del calcio?

Van Nistelrooy: essere disabile non significa che una persona non funzioni nello stesso modo di un normodotato. Non credo la disabilità sia un problema. Ho una nipote con una forma grave di disabilità, ma lei è per me una fonte d'ispirazione.
Ciò che riesce a fare nella vita e la sua forza mentale sono qualcosa di fantastico. La sua forza ti spinge a dare sempre tutto nella vita.

UEFA.org: qual è il tuo messaggio per i disabili che vogliono lavorare nel calcio?

Ruud: se questi ragazzi sono fortemente motivati a diventare dei leader o degli allenatori... nello sport in generale così come in quello per disabili, devono dare il massimo e seguire i loro sogni e il loro istinto. Ci sono tante grandi persone che ci sono riuscite in passato. Non vedo l'ora di poterne ammirare tanti altri.

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