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Tempistiche del fair play finanziario

FPF

Il segretario generale UEFA Gianni Infantino ha ribadito che il fair play finanziario fungerà da guida per tutelare l'Europa da "spese folli, avidità e dissennatezza finanziaria".

Il segretario generale UEFA Gianni Infantino alla conferenza stampa a Nyon
Il segretario generale UEFA Gianni Infantino alla conferenza stampa a Nyon ©UEFA.com

La UEFA ha ribadito che il fair play finanziario è pensato per dare una maggiore stabilità economica al calcio e che fungerà da guida per tutelare l'Europa da "spese folli, avidità e dissennatezza finanziaria", come dichiarato dal segretario generale UEFA Gianni Infantino.

Venerdì, Infantino ha tenuto una conferenza stampa con i giornalisti presso la Casa del Calcio Europeo di Nyon. La UEFA ha aggiornato i presenti sulle misure e sugli obiettivi del fair play finanziario e ha ribadito la volontà di agire contro la proprietà dei calciatori da parte di terzi.

Il segretario generale UEFA ha spiegato che il fair play finanziario era indispensabile perché era insensato vedere confluire nel calcio somme record di denaro. Nel 2011, per esempio, una revisione UEFA di oltre 3000 dichiarazioni finanziarie ha dimostrato che solo il 3% dei costi ha riguardato investimenti nel settore giovanile, mentre il 4% è stato destinato a stadi e altri beni immobili. Inoltre, le entrate erano aumentate ma i costi lo erano ancora di più, creando una situazione pericolosa per il benessere generale del calcio.

"Sostanzialmente, il fair play finanziario si propone di aiutare i club a vivere con i propri incassi e in modo sostenibile - ha osservato Infantino, aggiungendo che tali misure godono del sostegno dei club e della Commissione europea -. Non è un progetto della UEFA o di chiunque altro: è un progetto del calcio europeo. Lo appoggiano tutti coloro che hanno a cuore la sostenibilità di questo sport in futuro".

"La UEFA non vuole escludere o isolare i club - ha aggiunto Infantino -, perché il fair play finanziario intende aiutare le società e il calcio europeo. Allo stesso tempo, la UEFA non ha paura di adottare le misure necessarie per tutelare il calcio e difendere l'integrità delle sue competizioni".

La conferenza è proseguita con un aggiornamento sulle attività dell'Organo di Controllo Finanziario dei Club (CFCB), organo formato da due unità che supervisiona l'applicazione del sistema di licenze per club e delle norme di fair play finanziario della UEFA.

Da questa stagione, i club devono garantire bilanci in parità o in attivo, ovvero non spendere più di quanto guadagnino. Al momento sono in corso le attività di monitoraggio, con richieste di ulteriori informazioni e revisioni se necessario. L'Unità di Indagine CFCB emanerà i verdetti entro fine aprile; tutti i casi rinviati all'Unità di Aggiudicazione verranno decisi a giugno, mentre le sentenze del Tribunale Arbitrale dello Sport (TAS) su eventuali ricorsi sono previste entro fine luglio-metà agosto.

Dei 237 club sottoposti a valutazione di bilancio, 104 sono stati esentati perché hanno introiti e costi inferiori a 5 milioni di euro, 57 non hanno dovuto fornire ulteriori informazioni e 76 club hanno ricevuto una richiesta di dati supplementari.

Infantino ha sottolineato che il fair play finanziario non porterà a una situazione di "ossificazione" del calcio europeo. "Alcuni hanno detto che questa regola vuole preservare la situazione attuale, per fare in modo che i ricchi rimangano ricchi e i poveri rimangano poveri. Questo è completamente sbagliato, perché il fair play finanziario ha a che vedere con la sostenibilità nel calcio europeo. In realtà, l'applicazione del principio di parità del bilancio favorirà un ambiente più competitivo e sostenibile in Europa".

I club che amministrano le finanze in modo sano e investono sulla crescita dei giocatori e sulle infrastrutture, ha aggiunto Infantino, stanno riscuotendo successi sportivi, in alcuni casi dopo aver attraversato difficoltà finanziarie. "Abbiamo osservato che questi modelli sono assolutamente possibili - ha spiegato -. Inoltre, è probabile che, qualora sussista una maggiore stabilità finanziaria, il calcio europeo attiri nuovi investitori".

"Il fair play finanziario incoraggerà la concorrenza in modo più efficace ed efficiente. Una politica che invita i club a investire sui giovani, sui progetti per la comunità e sulle infrastrutture consentirà ai club di generare introiti sostenibili e, in ultima battuta, di essere più competivi in campo".

A marzo, la UEFA pubblicherà il sesto rapporto comparativo, un documento di 100 pagine che esamina il calcio europeo dal punto finanziario, strutturale e competitivo. Il rapporto, presentato in anteprima durante la conferenza stampa, dimostrerà che le misure di fair play finanziario stanno avendo un effetto positivo.

Tra le tendenze positive osservate negli ultimi due anni vi è la notevole diminuzione dei debiti insoluti per trasferimenti e nei confronti di dipendenti e autorità fiscali. Nell'ultimo anno, i bilanci delle squadre europee più prestigiose sono migliorati di 500 milioni di euro, dimostrando che il requisito di parità del bilancio e la copertura dei deficit con fondi coperti piuttosto che prestiti stanno avendo effetti importanti.

Per quanto riguarda la proprietà da parte di terzi, Infantino ha dichiarato che la UEFA intende proibirla, in linea con un chiaro mandato del Comitato Esecutivo.

"La proprietà da parte di terzi mette a repentaglio l'integrità delle competizioni. Se la stessa persona o la stessa azienda possiede o controlla diversi giocatori in squadre diverse, potrebbe influenzare i risultati", ha dichiarato, aggiungendo vi sono anche implicazioni morali ed etiche: è opportuno che terzi possiedano i diritti economici su un altro essere umano e li commercino? Altri dubbi riguardano l'instabilità contrattuale, i trasferimenti imposti da proprietari interessati esclusivamente ai profitti e la perdita di notevoli introiti nel calcio.

"La proprietà da parte di terzi non rispetta il fair play finanziario - ha concluso Infantino -. I club, infatti, pottebbero affidarsi a investimenti speculativi di terzi per acquistare giocatori che non possono permettersi". Il segretario generale ha sottolineato che la UEFA è pronta ad agire a questo proposito e che, in linea di principio, ha deciso di proibire la proprietà da parte di terzi nelle competizioni UEFA.

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