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Isole Faroe in mani sicure

Il calcio è di gran lunga lo sport più popolare nelle Isole Faroe.

Rógvi Jacobsen festeggia il gol segnato contro l'Italia nel 2007
Rógvi Jacobsen festeggia il gol segnato contro l'Italia nel 2007 ©Getty Images

Il calcio è decisamente lo sport più popolare nelle Isole Faroe. In tutto l'arcipelago, situato nell'Oceano Atlantico fra Scozia e Islanda, si possono infatti trovare molti impianti sportivi e il numero di incontri di calcio, maschile e femminile, supera di gran lunga quello di qualsiasi altro sport.

Anche la copertura mediatica delle competizioni sportive è intensa. La prima divisione faroese - composta da dieci squadre -, la Effodeildin, cresce nonostante una popolazione di soli 50.000 abitanti. Tutti i giocatori della massima divisione non sono professionisti, sebbene negli ultimi anni siano aumentati sia il rimborso spese che i premi partita e il calciomercato interno sia diventato sempre più trafficato.

Il movimento calcistico locale è cresciuto molto dal 1892, anno in cui è stato fondato il primo club delle Isole Faroe, il Tvoroyrar Boltfelag TB. All'epoca, le società giocavano incontri amichevoli in una sorta di campionato ufficioso che comprendeva partite di andata e ritorno disputate quando le condizioni climatiche e dei terreni (in erba sì, ma piuttosto sconnessi) lo permettevano. Ci sono però voluti 50 anni per organizzare un vero e proprio campionato nazionale, nel 1942, tre anni dopo la formazione della prima Federcalcio faroese (ISF).

Nel 1955 viene dato il via alla coppa nazionale e nel 1979, il 13 gennaio, l'ISF viene sostituita da un nuovo organo nazionale, la FSF (Fótbóltssamband Føroya). La nuova Federcalcio ha avuto, tra gli altri compiti, quelli di pianificare e organizzare i tornei nazionali e di fornire corsi di formazione per allenatori, dirigenti e arbitri. L'introduzione dei campi in sintetico negli anni '80 viene considerata da molti la decisione più saggia presa dalla FSF, una novità che ha permesso di aumentare la popolarità del gioco nell'intero arcipelago. Oggi tutte le partite importanti vengono disputate su erba sintetica.

Le Isole Faroe sono diventate membro della FIFA il 2 luglio 1988, mentre due anni più tardi, il 18 aprile 1990, sono entrate a fare parte della UEFA. Prima di allora, la squadra nazionale delle Faroe giocava solo saltuariamente contro rappresentative delle Isole Shetland, delle Isole Orkney e dell'Islanda. La nazionale faroese ha esordito nelle qualificazioni europee e mondiali nel 1990, mentre la prima partecipazione europea a livello di club di una squadra faroese si è avuta nella Coppa UEFA del 1992, e successivamente nei turni preliminari di UEFA Champions League e UEFA Europa League. Inoltre, diversi allenatori stranieri sono stati ingaggiati per guidare la nazionale - da ultimo Lars Olsen, capitano della Danimarca ai tempi della vittoria di EURO '92.

Grazie all'ingresso in qualità di membro nella UEFA e nella FIFA, il livello del gioco e della gestione delle squadre faroesi continua ad aumentare considerevolmente: negli anni '90 sono stati costruiti i primi due stadi con campo in erba e negli anni a seguire sempre più giocatori locali hanno tentato la fortuna all'estero, soprattutto in Danimarca, Islanda e Norvegia. Ma per molti tifosi faroesi, lo sviluppo del settore giovanile ha la stessa identica importanza del calcio giocato ai livelli più elevati. Nell'arcipelago vengono infatti organizzati tornei per ragazzi divisi in sei fasce d'età: in questo modo è possibile assicurare un futuro luminoso per il calcio locale.

La qualificazione della squadra maschile U17 alle finali del campionato Europeo in Croazia nel 2017 è un chiaro segnale dello sviluppo del calcio faroese: è la prima volta che una nazionale faroese a qualsiasi livello si qualifica per una fase finale di un torneo, dimostrando che la strada scelta dalla federazione è quella giusta. Inoltre, la squadra nazionale femminile ha superato con successo la fase preliminare delle qualificazioni alla Coppa del Mondo FIFA femminile del 2019.