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Un nuovo inizio grazie al calcio

Jules Rasoelbaks ha affrontato un lungo percorso di riabiltazione: adesso a 49 anni usa il calcio, la sua storia personale con la giustizia e la sua abilità nel relazionarsi alla gente per aiutare gli ex detenuti a cominciare una nuova vita.

L'olandese Rasoelbaks per l'iniziativa #EqualGame
L'olandese Rasoelbaks per l'iniziativa #EqualGame ©UEFA.com
Rasoelbaks lavora a stretto contatto con l'FC Dordrecht
Rasoelbaks lavora a stretto contatto con l'FC Dordrecht©UEFA.com

Ogni mese, nell'ambito della campagna #EqualGame, la UEFA punta i riflettori su una persona di una delle 55 federazioni affiliate. Questa persona è un esempio di come il calcio promuova valori come inclusione, accessibilità e diversità; la sua storia dimostrerà come disabilità, religione, orientamento sessuale, razza e background sociale non siano barriere per giocare e godersi il calcio.

"Ho un modo tutto mio con le persone e per me è facile relazionarmi a loro", racconta Jules Rasoelbaks – coordinatore del De Hoop, centro di riabilitazione di Dordrecht in Olanda che aiuta i tossicodipendenti e le persone con disturbi mentali a reintegrarsi nella società.

Uno dei suoi progetti prevede la collaborazione con l'FC Dordrecht, squadra che milita nella seconda categoria olandese. "Sono una persona emotiva e dal primo momento mi sono reso conto di fare parte del club. Siamo parte del club, ed è così che si sentono anche loro".

Insieme al club, Jules aiuta gli ex detenuti ad accumulare esperienza lavorativa nel settore della manutenzione o come steward durante le partite. "Questo è un fattore molto importante per persone come loro che devono ricostruire la propria vita", ha spiegato. L'obiettivo finale è quello di portarli nelle condizioni di poter aspirare a un lavoro retribuito.

Rasoelbaks si divertiva a giocare a calcio da giovane
Rasoelbaks si divertiva a giocare a calcio da giovane©UEFA.com

"Non si può andare da uno sconosciuto per strada e dirgli: 'Devi essere mio amico!'", ha spiegato Rasoelbaks – persona molto estroversa ma incredibilmente seria quando si parla di lavoro. E l'entusiasmo traspare da ogni sua parola quando si riferisce alle iniziative del De Hoop con il club calcistico. "L'FC Dordrecht ci ha accolto. Poter collaborare in modo tale da essere semplicemente apprezzati, riconosciuti e trattati come persone a tutti gli effetti, farebbe sentire bene chiunque".

'La mia arma migliore è la lingua'

Rasoelbaks ha esperienza diretta delle difficoltà incontrate nel tentativo di ricominciare. È andato in prigione sette volte ed è stato tossicodipendente per 22 anni. Ora è pulito da quasi un decennio e il suo ruolo nel De Hoop ha tre funzioni principali: 'collante, alleato e rappresentante'.

"Ho imparato che la mia arma più grande è la lingua - il coraggio di dire le cose che penso, di parlare di cosa sta succedendo, di come mi sento", dice. "Si tratta anche di mostrare le proprie vulnerabilità, anche come modello di comportamento".

Il Dordrecht è strettamente collegato con Rasoelbaks e col suo amore per il calcio. "Ero abbastanza bravo a giocare a calcio - avevo del talento. Quando ero tossicodipendente, ero in clinica e i ragazzi volevano giocare a calcio, e così andavo in una piazza di Rotterdam a giocare".

Più di 35 anni dopo purtroppo Jules non può più giocare perché convive con la sclerosi multipla. Tuttavia ciò non gli ha impedito di incanalare le sue energie nell'aiutare a prevenire gli altri dal cadere negli stessi problemi che ha avuto lui durante la giovinezza. 

"Abbiamo un torneo di calcio ogni mese al centro di riabilitazione. Lì i ragazzi possono scaricare le proprie energie e rilassarsi staccando la terapia per un breve periodo. Le emozioni sono forti. Tutti giocano insieme, staff compreso, e questo crea unione. Ecco... questo è il potere del calcio!", ha spiegato.

Rasoelbaks è impegnato col suo lavoro al De Hoop, che significa 'Speranza' in olandese
Rasoelbaks è impegnato col suo lavoro al De Hoop, che significa 'Speranza' in olandese©UEFA.com

Anche il Ministero della Giustizia e della Sicurezza olandese sta provando a reintegrare nella società gli ex detenuti attraverso il suo programma 'Lavorare con lo Sport'. Fino a ora 54 partecipanti sono riusciti a trovare un impiego attraverso lo schema, con 30 club - compreso il Dordrecht - che hanno aderito all'iniziativa.

"'Lavorare con lo Sport' considera questa come una situazione vantaggiosa per tutti, sottolinea Gerko Brink, responsabile del progetto. "La collaborazione coi club è stata stabilita per creare un modo innovativo e sostenibile per aiutare i detenuti a tornare su un luogo di lavoro".

"Il fattore più importante di successo, tuttavia, è la nuova rete sociale che il detenuto si crea. Un club calcistico è spesso un nido caldo, una rete sociale nuova e pulita, e i detenuti sentono in questo modo di fare parte di qualcosa".

Lo stesso Rasoelbaks ha percorso una lunga strada verso la riabilitazione che ha richiesto otto anni di terapia. Eppure adesso è sulla strada giusta da nove anni, ed è contento della propria vita. "Lavoro al De Hoop, ho un buon lavoro, amici, ho cinque figli e sono nonno di una bellissima nipotina".

"Ho ovviamente avuto alcuni problemi, ma alla fine il risultato è che sono qui e posso fare tante cose per il De Hoop oggi, e tutto questo mi dà un'enorme carica".