Moussa Dembélé: ‘Il calcio mi ha insegnato molto’
martedì 21 novembre 2017
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L'attaccante del Celtic torna nella città che gli ha dato i natali (anche calcistici) per affrontare la squadra dove tutto ebbe inizio: il Paris Saint-Germain.
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Il calcio è sempre stato un piacere per l'attaccante Moussa Dembélé del Celtic FC, fin da piccolo. "Del calcio amo tutto - commenta -. Ho imparato quasi tutto quello che so da questo sport. Mi ha insegnato tante cose, anche come persona, e per me significa molto".
Cresciuto in un sobborgo svantaggiato di Parigi, cercando di emulare campioni come Thierry Henry e Ronaldinho, il giocatore (21 anni) è diventato uno dei giovani attaccanti più promettenti d'Europa, anche se il suo modello è sempre stato Nicolas Anelka.
"Mi rivedevo in lui, perché ero un ragazzo della banlieue che faceva di tutto per arrivare al successo - racconta -. Lo ammiro molto, sia come persona che come giocatore. Tutti i miei coetanei volevano una carriera come la sua, ma non era facile".
Il percorso di Dembélé è stato in effetti tortuoso. Dopo un provino al Paris Saint-Germain FC, ha scelto coraggiosamente di trasferirsi a Londra per giocare nel Fulham FC.
"Avevo 15 anni, quasi 16, ed è stata una decisione importante per me e la mia famiglia - ricorda -. Per una madre e un padre, vedere andare via un figlio a 16 anni non è facile. È stata una decisione difficile, ma l'ho presa lo stesso. Sapevo che era per il mio bene e ho dimostrato più volte che avevo ragione".
Adattarsi alla nuova vita a Londra è stato difficile, anche se Dembélé era in compagnia del fratello: a farlo sentire davvero a casa è stata la lingua universale del calcio.
"Il calcio permette alla gente di capirsi - spiega -. È per questo che me ne sono andato da Parigi ed è grazie al calcio che adesso sono dove sono".
Dal Fulham alla Scozia, la carriera di Dembélé è stata un'ascesa continua. Nonostante gli infortuni, l'attaccante è riuscito a giocare la prima da titolare in questa edizione della UEFA Champions League contro l'FC Bayern München.
La prossima avventura è una trasferta nella capitale francese per sfidare la squadra che lo ha visto nascere calcisticamente, il Paris Saint-Germain.
"È una partita come un'altra, contro una squadra importante, e devo concentrarmi", commenta Dembélé, pur ammettendo: "Per me e la mia famiglia sarà bello ritrovare la squadra sono cresciuto e dove ho imparato tutto… Sarà un piacere rivedere il vecchio Parco [dei Principi]".
A settembre 2016, il francese ha avuto il privilegio di segnare due gol al Manchester City FC in UEFA Champions League, un'esperienza che descrive come "un momento magico", ma è stato uno dei picchi più bassi della sua carriera a insegnargli di più: la sconfitta per 7-0 di due settimane prima contro l'FC Barcelona.
"Ho imparato molto - ammette -. Abbiamo conosciuto il Barça, il suo gioco e le sue qualità. Per noi giocatori è stato difficile digerire sette gol, ma abbiamo avuto un incentivo per le partite successive, e io ho capito che cosa ci vuole per essere il migliore".
Grazie al suo talento, Dembélé ha molti ammiratori. Uno di loro è Zinédine Zidane, che lo ha paragonato a Ronaldo o Raúl González: "Ho giocato con i più grandi attaccanti, come Ronaldo, Henry e Raúl, e sai che nelle partite importanti possono farti vincere: Dembélé lo sta già dimostrando. Capisco perché le squadre più importanti d'Europa sono interessate a lui e so che saranno la sua prossima destinazione, ma il consiglio che gli do è di ignorarle per adesso".
L'attaccante è lusingato dalle parole del tecnico del Real Madrid CF, che rappresentano la motivazione perfetta per continuare a crescere.
"È bello quando una leggenda, perché Zidane è una leggenda, ti fa i complimenti - ammette Dembélé -. Mi ha fatto piacere, anche se all'inizio ero incredulo. Il fatto che il mio lavoro non passi inosservato e che Zidane abbia parlato così di me, delle mie capacità e del mio futuro, è un incentivo ad alzarmi al mattino e a lavorare più degli altri".
Dembélé ha una brillante carriera davanti e ha già giocato partite memorabili in Scozia e Inghilterra, ma per ora nessuna è stata più bella di una della sua infanzia.
"Giocavamo per strada - ricorda con un sorriso -. Abbiamo vinto 10-9 e io ho segnato 10 gol. Dieci gol! Era una sfida tra quartieri ed era molto importante vincere. È un bellissimo ricordo di quando ero piccolo, un ricordo del calcio di strada".